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Lei Mi Parla Ancora: Pupi Avati racconta l’amore nella terza età che non si rassegna all’assenza

pupiavatileimiparlaancoralocandinaGiuseppe Sgarbi – sì, proprio lui, il padre del più celebre critico Vittorio e di sua sorella, l’editrice e regista Elisabetta – è scomparso nel 2018 lasciando una testimonianza, sotto forma di romanzo autobiografico, da cui Pupi Avati ha potuto trarre spunto per la sceneggiatura del suo nuovo film, Lei Mi Parla Ancora, uscito l’8 febbraio sulle piattaforme Sky Cinema Uno e Now TV. Dopo 65 anni di matrimonio Giuseppe, detto Nino (Renato Pozzetto), rimane vedovo di Caterina (Stefania Sandrelli), ma i suoi sentimenti per la moglie non si spengono, così la figlia della coppia (Chiara Caselli), per aiutare il padre a superare il trauma della perdita, ingaggia il ghost writer romano Amicangelo (Fabrizio Gifuni), il quale raccoglierà in un libro intenso e appassionante, la memoria di un amore indissolubile.

Ancora una volta il regista romagnolo, che negli anni ha saputo passare con grande maestria dagli esordi horror alle commedie amare degli anni ’80, torna a parlare di amore in età senile – lo aveva già fatto in Una Sconfinata Giovinezza – con un garbo e un rispetto che esulano dall’illustrazione biografica del libro di Sgarbi, ripubblicato recentemente da La nave di Teseo.

L’intenzione di Avati, per l’appunto, è quella di distaccarsi dal raccontare la storia di un’unità familiare resa celebre negli anni, alternando come sempre il registro comico a quello drammatico, suo vero marchio di fabbrica, in favore della narrazione di un vissuto alla portata di tutti, che metta in risalto lo spaesamento e la solitudine di certi uomini non più giovani che si ritrovano a sopportare di mala voglia il dolore e la sofferenza per la perdita di un coniuge.

leimiparlaancora1Il film inizia con il matrimonio di Nino e Caterina (che da giovani, negli anni ’50, hanno il volto di Isabella Ragonese e Lino Musella) e con una lettera che suggella da subito la promessa del loro amore eterno. Poi arriva il presente, la malattia di Caterina e la preoccupazione di Elisabetta che, diventata direttrice di una casa editrice, incarica Amicangelo di scrivere i ricordi del padre per farne un libro. I due uomini, con caratteri che più diversi non si potrebbero, anche alla luce delle numerose giornate passate insieme a ricordare gli appuntamenti di Nino e Caterina in riva al fiume e le balere improvvisate nella bassa padana, a poco a poco cementano le basi per un rapporto di amicizia e stima reciproca, regalandoci momenti toccanti di riflessione tutt’altro che scontati. Non è un caso che una delle battute più significative del film sia rivolta proprio alle dinamiche tipiche di una relazione amorosa che Giuseppe sostiene non essere semplice da portare avanti: “Ma provarci e riuscirci dovrebbe avere una valore sacrale”.

leimiparlaancora2A fare da sfondo ai sentimenti ci sono l’Italia del dopoguerra e i colori di una fotografia accurata e patinata che rendono silenziosamente giustizia al recupero della memoria dei vivi e dei morti (Alessandro Haber, che impersona il fantasma del fratello di Caterina è una figura ricorrente nel film), che pur andandosene fisicamente, entrano a far parte di noi per l’eternità.

Link al trailer del film:

ILARIA SALVATORI

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