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L’artista Chiara Campanile racconta la scienza con le parole colorate dell’arte

chiaracampanilecolorographyUn incontro e subito un sodalizio, quello tra la milanese Chiara Campanile e la colombiana Daniela Brill Estrada, consumatosi a Vienna. In loro, l’amore per l’arte e per la scienza si è trasformato in un modo singolare di raccontare la realtà che ci circonda. Chiara e Daniela fanno un uso sapiente delle arti visive e creano installazioni affascinanti, dal sapore genuino delle loro terre d’origine. Una sintesi felice di osservazioni della natura, in cui i colori sono i protagonisti di rielaborazioni e ricostruzioni della realtà. Le trasfigurazioni ricreate dalle loro installazioni multimediali fanno apparire semplici e accessibili a tutti anche le più approfondite analisi dei fenomeni scientifici che permeano la natura.

Abbiamo incontrato Chiara a Bari, terra d’origine dei suoi genitori, dove, sempre insieme a Daniela, è venuta per esporre il suo nuovo lavoro, Colorography, evocativamente affiancato da On flowing graphite di Daniela. Le due opere dal 29 al 31 maggio 2024 sono ospitate dal Centro Interuniversitario di Ricerca Seminario di Storia della Scienza dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, in occasione del Convegno Nazionale della Società Italiana di Storia della Scienza “Le radici del futuro. Tradizione, innovazione e sfide in storia della scienza”. L’allestimento, a cura di Lorenzo Leporiere, storico della scienza dell’università barese, ha reso la hall del Centro Polifunzionale Studenti (ex Palazzo Poste) un percorso immersivo tra impalpabili veli colorati, che dall’immaginario scientifico delle acque verde smeraldo dell’Isonzo ci proietta nelle acque azzurre dell’Adriatico.

Come sempre attratti dalle diverse forme dell’arte, abbiamo approfittato dell’occasione per conoscere meglio questa straordinaria artista nostrana, scoprendo che a Vienna ha conseguito un Master con lode in Arte e Scienza all’Università di Arti Applicate e che subito dopo ha potenziato i suoi studi precedenti di pittura all’Accademia di Belle arti di Venezia, dove aveva conseguito un Master in Pittura e Arti Visive. Questi studi l’hanno resa un’artista multidisciplinare, capace di muoversi lungo il continuum dello spettro del colore, le onde luminose e le frequenze. Le sue creazioni abbracciano una vasta gamma di mezzi espressivi tra cui pittura, tessuti, suoni e linguaggio. Il suo lavoro è spesso site-specific e si relaziona con l’identità del luogo e delle comunità che lo occupano. Il colore diventa linguaggio visivo, con il quale l’artista crea connessioni emotive e concettuali, invitando lo spettatore a immergersi in un viaggio sensoriale e contemplativo nel quale i sensi talvolta vengono ingannati. Chiara utilizza la percezione come strumento per analizzare il cervello, la psiche umana e le relazioni: “mi interessa il colore come mezzo per esplorare il pensiero astratto”, ci rivela. Le sue mostre recenti si sono tenute a Villa Farsetti, all’Aula der Wissenschaften e al Kunstraum Feller. Nel 2021 ha esposto alla galleria 12-14 e ha partecipato a una residenza presso Dolomiti Contemporanee. Nel 2019 ha partecipato alla residenza Border Collie, conclusasi nel 2020 con una mostra personale in Slovenia. Nel corso degli anni ha esposto a livello internazionale in gallerie e spazi tra cui il CERN di Ginevra e la galleria Monitor di Roma. Ha ottenuto riconoscimenti e premi come il premio speciale al concorso Combat e la 99° Collettiva per giovani artisti BLM a Venezia.

Per saperne di più su di lei e la sua arte le abbiamo rivolto qualche domanda. chiaracampanilecolorographydetail

Chiara,  quando hai deciso di partire dall’Italia e cosa ti ha condotto a Vienna?

Sono capitata a Vienna nel 2013, dove ho studiato per un anno grazie al progetto Erasmus presso l’Universität für angewandte Kunst. È stata un’esperienza che mi ha cambiato molto e terminati gli studi in Italia ho deciso di tornarci nel 2016, da allora vivo a Vienna in pianta stabile.

Hai trovato l’ambiente stimolante che cercavi?

Sì, ho trovato un panorama artistico molto frizzante, con moltissime iniziative giovani e molto supporto anche a livello istituzionale. Il pubblico è molto curioso e interessato al mondo dell’arte specialmente quando si incontra ed ibrida con altre discipline come la scienza, tecnologia e ambientalismo.

Pensi che la scienza possa aprire nuovi orizzonti e approcci all’arte?

Assolutamente sì, sta già succedendo e succederà sempre di più. Arte e scienza pur essendo linguaggi molto diversi partano dalla stessa radice: l’immaginazione. La più grande differenza sta nella riproducibilità del risultato, che nel caso della scienza deve essere assoluta, nel caso dell’arte unica.

Raccontaci qualcosa del tuo più recente progetto, Colorography.

Questo progetto è nato nel 2019, durante la residenza artistica Border Collie, in Slovenia, ed è ispirato al fiume Isonzo. L’obiettivo era tentare l’estrazione del suggestivo verde smeraldo dal fiume Isonzo. Immagino di immergere il mio pennello nelle sue acque turchesi e con questa tinta dipingere cieli profondi. Il colore di quel fiume mi ha colpito subito, volevo prenderne un po’ per portarlo con me e dipingere più tardi. Da lì è partita tutta una ricerca sul suo colore. Si può dire che Colorography sia la mia risposta a come si fa a portare con sé il colore di un fiume.

Durante il processo di ricerca, avvenuto lungo le sponde del fiume, sono stati intrapresi diversi tentativi mirati all’estrazione del pigmento da sedimenti fluviali, alghe e microorganismi. Attenzione particolare è stata rivolta ai batteri e alle alghe, ritenuti responsabili delle sfumature cromatiche che dipingono i corsi d’acqua. Tuttavia, nonostante gli sforzi profusi, il risultato ottenuto è stato un colore molto diverso dall’inconfondibile tonalità verde smeraldo del fiume. Questo risultato ha contribuito ad ampliare la consapevolezza della complessità delle interazioni che generano il colore vivo, mettendo in luce la molteplicità di fattori che contribuiscono alla sua creazione e alla sua vibrante vitalità. L’attenzione del progetto si è trasformata, spostando l’attenzione dalle specifiche componenti del fiume alle relazioni tra di esse, le vere responsabili di ciò che vediamo, evidenziando così la natura mutevole e viva di questo habitat.

Gli strati di tulle di colore diverso che costituiscono l’allestimento sono, quindi, una metafora degli elementi del fiume che, sovrapponendosi, si mescolano percettivamente pur mantenendo ciascuno il proprio colore originario. L’effetto ottico risultante intende suscitare nell’osservatore una riflessione profonda sulla percezione umana e sulla natura stessa del colore. L’esperienza sensoriale dell’installazione e dei suoi strati si trasforma a seconda del punto di vista dell’osservatore e lo trasporta all’interno degli strati dove alcuni ritagli evocano le forme organiche dell’ambiente fluviale. Questo lavoro è dunque sì un omaggio al fiume Isonzo ma anche e soprattutto una celebrazione del colore come interazione costante e mutevole.

*

danielabrillestradaonflowinggraphiteAccanto all’opera di Chiara Campanile, quella di Daniela Brill Estrada, On flowing graphite, pur partendo da presupposti diversi e fondati su altri ambiti, risulta visivamente interlacciata ad essa in una complementarità che nasce dalla poesia del colore. Inserita in una più ampia ricerca artistico-scientifica sulla materia vivente e inerte e sulle sue forme, sulle particelle elementari che la costruiscono, sulle diverse traiettorie degli elementi chimici, sulle loro relazioni, comunicazioni e comportamenti, On flowing graphite, invita a riflettere sul fatto che nel regno della fisica delle particelle, gli atomi che costituiscono gli esseri viventi sono indistinguibili da quelli che compongono la materia inerte. George Mikenberg, scienziato dell’ATLAS del CERN, sostiene che la demarcazione non sta nelle particelle elementari ma nelle molecole organiche, composte solo da carbonio. All’interno della forma umana, il 18% è costituito da carbonio, l’architetto delle strutture cellulari, del DNA e altro ancora. L’opera presentata consiste in un disegno in grafite, che si estende per circa 15 metri su carta di cotone, sospeso nello spazio come un’apparizione spettrale. La grafite, un allotropo del carbonio, funge da supporto: un cenno all’elemento costitutivo della vita. Tuttavia, a differenza dei composti organici, rimane non legata, priva dell’intricata coreografia molecolare della vita.

Le interazioni umane con la natura e tra di loro plasmano la materia, lasciando impronte percepite attraverso il tatto e incise sulla carta. Utilizzando la polvere di grafite, le dita vagano su un foglio bianco lasciando dietro di sé una traiettoria. La dichiarazione dell’opera è che gli atomi di carbonio appartenenti alla grafite stanno lasciando una possibile traiettoria sulla terra. Un’altra possibile traiettoria degli atomi di carbonio è il corpo umano.

On flowing graphite trova la sua genesi nel progetto Trajectories, nato dalla curiosità per il viaggio cosmico degli atomi che danno forma alla materia terrestre. Negli ultimi sette anni Daniela Estrada ha, infatti, esplorato da vicino la materia in modo in-disciplinare, guidata dalla sua innata curiosità e da un approccio quasi da “hacker”. Partendo da una semplice domanda: “qual è la differenza tra un atomo di carbonio che mi appartiene e uno che appartiene a un pezzo di grafite?”, l’artista ha avviato un processo di esplorazione che ha attraversato molteplici percorsi scientifici. Sfruttando un approccio creativo e sperimentale, ha manipolato, collegato, tradotto e decostruito concetti e processi scientifici utilizzando strumenti e metodologie estetiche. L’ultimo pezzo di “traiettorie” è stato il risultato della sua residenza artistica presso l’ISTA (Istituto di Scienza e Tecnologia Austria) di Klosterneuburg. In essa ha esplorato, in collaborazione con fisici della materia molle, biologi sintetici e astrobiologi, i modi in cui poter, usando metodi artistici, dare proprietà simili alla vita alla materia non vivente.

Se l’immaginario artistico di Chiara e Daniela vi ha incuriositi come ha affascinato e incuriosito noi potete esplorare le loro opere sui rispettivi siti: www.campanilechiara.com e www.danielabrillestrada.com oppure potete seguire i loro profili Instagram: https://www.instagram.com/campanile.chiara/https://www.instagram.com/danielabrillestrada/

BENEDETTA CAMPANILE

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