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Potrà l’Intelligence proteggerci dall’Intelligenza Artificiale? Filosofie a confronto.

intelligenzaartificialemaniLa “generazione del Covid-19” è testimone di trasformazioni epocali che spesso disorientano. Una di queste è sicuramente l’espansione dell’Intelligenza Artificiale (IA), che dalle fiction di fantascienza è ormai diventata realtà, al punto che la Commissione Europea ha avanzato in questi giorni una proposta al Consiglio d’Europa per regolamentare l’uso dell’IA nell’Unione secondo un quadro normativo comune. Gli effetti non saranno immediati ma impongono una riflessione su cosa sta accadendo al nostro mondo, così come lo conosciamo. I confini tra mondo reale e mondo virtuale si stanno affievolendo, così come sfocata appare l’immagine di umano, macchina e natura. Abbiamo superato la fase della “meraviglia” per le potenzialità dell’IA e facciamo i conti con i rischi reali di alcune applicazioni di raccolta di dati digitali che possono usare algoritmi per creare discriminazioni a danno di minoranze sociali. I difensori del diritto di privacy, ad esempio, sono sulla difensiva per le installazioni di sistemi di riconoscimento facciale nei luoghi pubblici. Certo, ci auto-rassicuriamo, è sempre l’uomo a decidere, i rischi provengono dall’applicazione non dalla tecnologia in sé, ma sarà sempre così? L’IA prenderà il sopravvento sull’intelligenza umana? Abbiamo strumenti sufficienti per affrontare questa sfida?

A queste domande hanno provato a rispondere diversi filosofi e pedagogisti, con approcci diversi ma ugualmente centrati sul ruolo dell’uomo nel futuro. Ad esempio, Luciano Floridi, filosofo dell’Informazione e della Tecnologia all’Università di Oxford, sostiene che l’IA produrrà una rivoluzione nell’essere umano, perché l’uomo dovrà riflettere sulla sua natura e forse ripensarsi. Una trasformazione dovuta alla necessità di muoversi in uno spazio nuovo, quello informativo, generato dalla digitalizzazione di tutti (o quasi) gli ambiti della vita. Floridi chiama “infosfera” questo spazio e afferma nel suo ultimo libro, Pensare l’infosfera (Cortina Editore, 2020), che per affrontare le incognite di un luogo sconosciuto abbiamo bisogno di nuovi strumenti. intelligenzaartificialelibri

Uno strumento per orientarsi in questa nuova realtà ci viene proposto da un altro illustre professionista, che ha dedicato il suo pensiero e le sue ricerche più recenti all’argomento al fine di trarre nuove idee e spunti per gestire la situazione. Parliamo del pedagogista Mario Caligiuri, che nel suo libro Cyber Intelligence. Tra libertà e sicurezza (Donzelli 2016), propone di usare l’Intelligence come mezzo per non essere sommersi dal diluvio di informazioni irrilevanti che ci circondano e che spesso rischiano di creare confusione. Caligiuri sostiene, infatti, che l’Intelligence, come vera e propria disciplina studiata con metodo scientifico e insegnata ad ogni livello formativo, costituisca la risposta alle sfide dell’era della disinformazione. Il processo di Intelligence, infatti, insegna a “individuare le fonti attendibili delle informazioni, a dare un senso alle parole e a sviluppare il pensiero critico”. Citando lo storico israeliano Yuval Noah Harari, Caligiuri svela la vera formula per sopravvivere: “Oggi il vero potere è sapere quali informazioni ignorare”, che poi corrisponde alle dichiarazioni più esplicite di Bill Gates, il fondatore di Microsoft: “ho una certezza semplice ma incrollabile. Il miglior modo di differenziare persone e aziende dalla concorrenza è quella di sapere raccogliere, analizzare e utilizzare le informazioni”.

Per non rinunciare, quindi, all’attrazione fatale della vita “onlife” – per usare ancora un termine coniato da Floridi che indica la fusione di vita reale e vita virtuale – dobbiamo attrezzarci con gli strumenti che danno nuova vitalità all’Intelligenza umana e nuovi mezzi per contrastare i rischi della rete Internet e delle sue “armi di distrazione di massa” rappresentate dai Social.

Per chi volesse approfondire il tema della sfida tra Intelligenza Artificiale e Intelligenza Umana, lo stesso prof. Mario Caligiuri sarà ospite in un webinar dal titolo “Il secolo dell’Intelligence tra storia e tecnologie” (parte del ciclo di incontri “La scienza non è altrove. Intrecci storici tra tecnoscienza, società e istituzioni”) del Seminario di Storia della Scienza dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, che si potrà seguire gratuitamente su Facebook sulla pagina dell’ARCI La Garra a partire dalle ore 18,00 di martedì 11 maggio 2021. Caligiuri dialogherà con il prof. Giuseppe Pirlo, docente di Sistemi di Elaborazione delle Informazioni e delegato del Rettore dell’Università degli Studi di Bari per la Digitalizzazione e con il prof. Francesco Paolo de Ceglia, docente di Storia della Scienza e direttore del Seminario di Storia della Scienza dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro.

BENEDETTA CAMPANILE

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