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Thumbnail: uno sguardo su Stefano Attuario

THUMBNAIL1.Chi sei, da dove vieni e che musica proponi.

Ciao, sono Stefano Attuario, sono di Como e propongo una musica influenzata dal mio background musicale, che si rifà alle sonorità e atmosfere di Sonic Youth, Depeche Mode, Mark Lanegan, Nick Cave, Lou Reed, Afterhours, Marlene Kuntz… per citarne alcuni.

2.Il panorama musicale italiano aveva bisogno di te?

David Bowie tempo fa disse: “La musica – in quanto immagine, parola e suono – altro non è che uno spazio teatrale il cui senso risiede proprio nella risposta, nella comprensione rispondente e soprattutto “affettiva” (da parte dei suoi ascoltatori). Oggi c’è bisogno di musica in forma d’arte e di interpreti. C’è bisogno di verità, di coscienza, c’è bisogno di riprendere il senso di musica e impegno del rock, quel senso che negli si è adeguato all’agio, diventando rockstar”. Mettendola su questo piano, c’è bisogno della mia musica e di chi come me ha a cuore questo principio.

3.Se tu fossi una meta da raggiungere con il “navigatore musicale”, quali coordinate di artisti del passato o del presente dovremmo impostare, come strada da percorrere per arrivare al tuo sound?

Come accennato precedentemente, il mio background musicale lo posso paragonare al gioco di unire i puntini. Puntini che uniti tra loro figurano la mia musica. Mark Lanegan, Nick Cave, Lou Reed, David Bowie, Afterhours, Marlene Kuntz, Rammstein, U2, Nirvana, The Doors… l’elenco sarebbe troppo lungo.

4.Il brano del tuo repertorio che preferisci e perché questa scelta.

Per diverse ragioni è Liberi respiri (and the silence in between). Una ragione su tutte perché ho avuto la forza di scrivere questa canzone dopo aver appreso del suicidio di un mio amico. La scrissi la sera stessa, ad album finito e pronto per andare in stampa. Ricevetti questa notizia, fermai tutto. Dovevo assolutamente scrivere quella canzone, e così è stato.

Secondo motivo, ho coinvolto Ray Heffernan, cantautore irlandese di fama mondiale, conoscendo la sua “umanità” e sensibilità sull’argomento, avendo anche lui il desiderio di cantare qualcosa di suo sull’argomento del suicidio, ha impreziosito il tutto con una parte scritta e cantata in inglese.

Terza ragione, il mio produttore Max Zanotti con gli arrangiamenti ha valorizzato quest’opera.

Quarto motivo, aver affidato a Lory Muratti la visione sotto forma di video musicale la regia, esprimendo con le immagini tutta la poesia del brano. Ritengo Liberi respiri (and the silence in between) la mia personale Miserere, Miss Sarajevo.

Potete ascoltarla qui:

5.Il disco che ti ha cambiato la vita.

Achtung Baby degli U2.stefanoattuario1

6.Il tuo live più bello e quello invece peggio organizzato.

Al Teatro Casinò di Sanremo il live più bello durante la manifestazione di Sanremo Rock.

Il peggiore a Marina Di Andorra, non tanto per l’organizzazione ma per colpa mia che non riuscivo a gestire i volumi e soprattutto era veramente fuori “fase”, non ricordavo la maggior parte degli accordi su un brano nuovo, creando un certo disagio alla band che stava suonando con me, ma non c’era verso, buio pesto. Oggi ci ridiamo sopra ma tutt’ora chiedo scusa.

7.Il locale di musica dal vivo secondo te ancora troppo sottovalutato tra quelli della tua zona.

In realtà nella provincia dove abito, quella di Como e dintorni, i pochi locali seri sono quelli tipo il Joshua Club, che non solo hanno delle proposte all’altezza ma vengono anche ripagati con la giusta affluenza e sostegno.

Forse, a mio parere, meriterebbe una attenzione maggiore per le proposte di qualità e gestione il Black Inside.

8.I tre migliori artisti (e/o band) emersi negli ultimissimi anni nella tua zona.

The Elephant Man:

Francesco Setta:

Circus Punk:

9.Come seguirti, contattarti, scambiare pareri con te.

https://www.stefanoattuario.com/
https://www.instagram.com/stefano.attuario/
https://youtube.com/@stefanoattuario_official

10.La decima domanda, che mancava: “Fatti una domanda e datti una risposta”.

D: Sei appena uscito con l’album Nemesi e nei testi fai riferimento agli aspetti più oscuri della vita, come fai a condurre l’ascoltatore ad una visione che non sia negativa?

R: C’è ossessione in quel che faccio, che è quello che mi serve per trovare il giusto piacere e soddisfazione nel fare musica. Ogni brano è un vaso di Pandora. Scrivo quello che provo, sono riflessi di vita quotidiana, di sentimenti, di uno stato d’animo, che forse possono aiutare a sentirsi meno soli a chi si riconosce nei testi.

DORIANA TOZZI

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