“Il giudice nero” di Elsa Flacco: storia di un processo agli intenti nel periodo fascista

elsaflaccoilgiudicenerocopertinaRoma, 1931. Nell’ufficio del Procuratore Generale Vincenzo Balzano, il rappresentante della giustizia fascista Guido Cristini è deciso a ribadire la gravità delle intenzioni di Michele “Mike” Schirru, un anarchico reo di aver maturato pensieri omicidi nei confronti di Benito Mussolini. Inizia così Il giudice nero, atto unico teatrale in sette scene, scritto da Elsa Flacco, edito da Divergenze, che ricostruisce il processo politico del Tribunale Speciale fascista all’imputato sardo, lo stesso che nei primi anni ’70 ha ispirato Lina Wertmüller regista di Film d’amore e d’anarchia, con Giancarlo Giannini e Mariangela Melato.

Michele Schirru nasce in Sardegna nell’ottobre del 1899 e ancora giovanissimo si trasferisce negli USA per abbracciare l’ideologia anarchica. Nel 1931 torna in Italia con la convinzione che uccidere il Duce sia l’unico modo per liquidare il fascismo. Schirru alloggia all’albergo Royal di Roma per oltre due settimane, in attesa del momento giusto per attuare il suo piano. In quei giorni, fa la conoscenza della ballerina ungherese Anna Lukowszky, con la quale passa probabilmente le ultime ore felici della sua vita. Il 3 febbraio del 1931 viene arrestato. Il processo e la condanna sono orditi dal deputato e faccendiere italiano Guido Cristini con questa motivazione: “Chi attenta alla vita del Duce attenta alla grandezza dell’Italia, attenta all’umanità, perché il Duce appartiene all’umanità”. Cristini fu uno degli esponenti più temuti dagli oppositori del fascismo: sotto la sua presidenza al Tribunale Speciale, le condanne sono state 1725, gli anni di prigione comminati 8806, le condanne a morte 9. Nonostante tutto, dopo la caduta del regime, riuscì a passare indenne.

Per Elsa Flacco, conterranea del giudice nero Guido Cristini, nato a Guardiagrele, lo spunto per affrontare questi controversi personaggi è maturato grazie alla documentazione comprensiva degli atti del processo, i verbali d’interrogatorio e gli articoli apparsi sulla stampa dell’epoca, fornitale da Pablo Dell’Osa, autore a sua volta di una biografia su Cristini. Con uno stile di altissimo livello l’autrice abruzzese riapre uno spiraglio nel cuore di una pagina buia della storia italiana e lo fa attraverso una scrittura essenziale, priva di fronzoli o leziosità; scrittura che procede senza sforzi, fino all’ultima battuta decisiva, confermando il ritratto di un’epoca, sì, quella fascista, ma anche quello di due giovani uomini accumunati da un’ideologia, seppur diversa alla base nei principi. Non manca un alto tasso di concentrazione sui sentimenti di personaggi come Schirru, molto toccanti le lettere ai genitori e alla moglie, o la guardia carceraria Scarazzini, contrapposti all’inflessibile volontà di Cristini impegnato ad approfittare del suo ruolo. Un’opera molto interessante per continuare a condannare l’operato della giustizia nera negli anni ’30 e a onorare il ricordo di un uomo come molti che contribuì a rendere questo paese libero.

Link alla scheda del libro: https://divergenze.eu/2021/03/01/il-giudice-nero/

ILARIA SALVATORI

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