Breaking News

Festa degli innamorati elettro-dark-wave con Trentemøller allo Spazio 900 di Roma

trentemoller2017aThe dark side of San Valentino. Sì è vero, telefonatissima, ma non è colpa nostra se è il 14 febbraio e se la musica di Trentemøller, per quanto ultimamente possa essersi addolcita, non è esattamente da baci perugina. Tutta gioia, quindi, per quelli che, accoppiati o single, nella serata degli innamorati bramano solo di sfuggire a palloncini a cuore, fiori, scioglievolezze e romanticherie, e che hanno potuto trovare rifugio nelle calde e tenebrose braccia dell’elettro-wave portata a Roma, per la prima delle due date italiane del fortunatissimo Fixion Tour, dal producer (diciamo così, anche se la definizione è ormai inesatta e riduttiva) norvegese.

La location, a dire la verità, non è proprio l’ideale, con il suo aspetto (e le sue tende) da sala da cerimonie, o da centro congressi, insomma molto EUR – e un po’ tamarra – però il terrazzo è comodissimo per tomandhiscomputer2017uscire a fumare senza perdersi niente, quindi alla fine ci si adatta. E comunque, appena si impossessa del palco l’opener Tom and His Computer, con la sua electro scura e pesante, si entra nel mood e alle tende non ci si pensa più.

Dopo il suo serrato set, entrano in scena Trentemøller e sodali, ed è subito tuffo negli anni ottanta più fighi e darkettoni (a proposito, anche il pubblico non scherza, in quanto a monocromia), con i prepotenti echi di Joy Division, Cure, Echo and The Bunnymen che ondeggiano in particolare nell’ultimo album che si fanno sentire con sfacciataggine e bassi prepotenti per tutto il set. Ma il bello di questa band (a questo punto si può ben chiamarla band, dai), e la ragione a cui è dovuto il suo successo, è di aver trovato una propria via personale e moderna alla new wave, innestata di house, indie, elettronica minimal, cantautorale e psichedelica, post-rock, synth-punk… e dal vivo tutto questo viene fuori trentemoller2017bcoinvolgente dai potenti intrecci di synth, chitarra, basso, batteria, con la voce ombrosa e dreamy di Marie Fisker che rende sempre grande giustizia a pezzi come My Conviction, Redefine, Complicated, svelandone anche una sontuosa anima pop.

Supportato dagli stilosi visual di Andreas Ermenius, lo show alterna con ottimo gusto e superba scelta dei tempi i brani più melodici a quelli aggressivi, a momenti in cui il parterre si trasforma in un dancefloor a tutti gli effetti, per un’ora e mezza che contiene tutte – o almeno tutte quelle ascoltate fino ad oggi – le incarnazioni e le contaminazioni musicali di un artista aperto come pochi.

Decisamente uno dei migliori San Valentino alternativi che si potesse scegliere di passare.

LETIZIA BOGNANNI

Check Also

ultimahainediodenarocover

Una fusione di generi, contaminazioni e testi taglienti in “Diodenaro” degli Ultima Haine

Napoli è una città sempre più vivace a livello artistico e culturale e gli Ultima …

Lascia un commento