Supereroi: l’amore che resiste al passare del tempo irrefrenabile e irrecuperabile

paologenovesesupereroilocandinaAnna e Marco si incontrano casualmente rifugiandosi sotto un portico una sera di pioggia. Da quel momento, tra alti e bassi, pause e allontanamenti, costruiranno una storia d’amore della durata di oltre vent’anni, scoprendo che il tempo non può essere fermato e soprattutto recuperato.

Abbiatene cura”, dice riferendosi al tempo il personaggio interpretato da Alessandro Borghi, un professore di fisica che fino a quel momento aveva sempre cercato di negare l’esistenza stessa del tempo. In questo assunto solo apparentemente retorico e banale risiede il nucleo vitale di quest’opera che superficialmente si presenta come dramma sentimentale basato su una bellissima e particolare storia d’amore, ma molto più profondamente vuole fare una riflessione interessante proprio sul concetto di tempo.

Riflessione che scaturisce non solo dai monologhi che il professore impartisce ai suoi studenti, in cui forse anche fin troppo didascalicamente si impegna a sciorinare tutta una serie di concetti e teorie relative al tema di fondo; ma che viene trasmessa allo spettatore soprattutto grazie al montaggio che salta letteralmente da un’epoca all’altra, mescolando apparentemente senza logica istanti e momenti lontani tra loro, ma significativi nel rimarcare l’idea di un tempo irrefrenabile e, soprattutto, irrecuperabile.

supereroi1Servono i superpoteri per amarsi tutta una vita”, recita così il sottotitolo dell’omonimo romanzo scritto da Paolo Genovese stesso, da lui trasposto per il cinema insieme a Rolando Ravello e Paolo Costella. Ed è per questo che così come le lezioni di Marco (ruolo nel quale Borghi trasmette una rara intensità), si rifanno al tema relativo al tempo, il lavoro di Anna (una perfetta e coinvolgente Jasmine Trinca), disegnatrice che dà vita al fumetto Supereroi con protagonisti due innamorati che stanno insieme tutta la vita, rimanda specularmente alla natura sentimentale, piuttosto che “filosofica” dell’opera.

supereroi2Dall’unione di queste due personalità e di questi due mondi agli antipodi (lui timido, dimesso, romantico e oculato, mentre lei impulsiva, vitale, cinica e sanguigna), nasce la doppia natura di Supereroi, da un lato dramma sull’inesorabilità del tempo (sfociante in un finale che vira anche nel melodramma), dall’altro semplice commedia sentimentale apertamente e deliziosamente citata nella sequenza in cui Marco imita l’indimenticabile, mitico e irresistibile balletto di Hugh Grant in Love Actually.

Non ha forse l’acume e l’asciuttezza di toni di Perfetti Sconosciuti, nel descrivere il mondo delle relazioni umane (soprattutto quelle di coppia), ma Supereroi, assumendo un altro punto di vista e un altro stile narrativo, riesce comunque ad arrivare dritto al punto.

ALESSANDRA CAVISI

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