Pushing daisies: il coloratissimo tocco della morte e la dirompente forza dell’amore
Tra le sue creazioni figurano le serie televisive Dead Like Me e Hannibal (di cui è produttore). Parliamo di Bryan Fuller, che ha anche all’attivo alcune delle stagioni di Star Trek. Un’altra delle sue creature è Pushing Daisies, telefilm mandato in onda dalla rete ABC nell’ormai lontano 2007, fino al 2009 anno della sua prematura e ingiusta cancellazione. Purtroppo per la serie, però, quelli furono gli anni di un indimenticabile sciopero degli sceneggiatori, cosa che portò delle difficoltà per diversi telefilm. La prima stagione, infatti, doveva essere composta da molti più episodi dei nove che poi ne furono effettivamente prodotti e forse questo portò ad una scarsa affezione del pubblico alle vicende e ai personaggi, da qui il calo di ascolti e poi la definitiva cancellazione al termine della seconda stagione.
Ma al di là di questi dettagli, Pushing Daisies si ricorda ancora oggi come una delle serie più originali e stilisticamente uniche mai trasmesse, nonostante non sia un prodotto di una rete via cavo (di solito i canali più propensi a trasmettere telefilm di qualità superiore). Non è un caso, infatti, che la critica si dimostrò entusiasta nei confronti di questa vera e propria favola moderna, all’interno della quale ci viene raccontato un mondo straordinario, introdotto episodio dopo episodio da una voce narrante che anticipa i fatti con un proverbiale “the facts were these”.
I fatti, in breve, sono questi: il protagonista è Ned, un ragazzo che sin da bambino ha scoperto di avere un dono straordinario, quello di riportare in vita cose, persone o animali morti con il semplice tocco della sua mano. Il vero problema, però, è che se non ritocca la persona in questione entro un minuto (cosa che la farà morire nuovamente), qualcun altro morirà al suo posto. E questa amara scoperta l’ha fatta quando ha riportato in vita sua madre, stecchita davanti al piccolo Ned che mangiava una sua torta. Non ritoccandola dopo i fatidici sessanta secondi, Ned portò alla morte del padre di Chuck, la sua vicina, nonché migliore amica.
Le vicende, comunque, sono ambientate nel presente, con Ned che gestisce una pasticceria nella quale cucina deliziose torte facendo rinascere frutta marcia e che contemporaneamente porta avanti un’altra fruttuosa attività: collabora con il detective privato Emeson Cod alla risoluzione di alcuni omicidi irrisolti, semplicemente riportando in vita le vittime e chiedendo loro nel minuto a disposizione dettagli sul colpevole. Ovviamente non sempre sarà così facile ottenere risposte, ma soprattutto il bello inizierà quando una delle vittime si rivelerà essere proprio Chuck! Ned, ancora intimamente innamorato della sua amica di infanzia, non riuscirà a ritoccarla nuovamente e così la lascerà in vita, come aveva fatto con il suo amatissimo cane Digby. La difficoltà sarà nel non ritoccarla mai più, nonostante il sentimento che lo lega a lei. Nel mezzo la cameriera Olive, da sempre innamorata di Ned, sempre più indispettita e delusa dal suo sentimento per Chuck, ma il più delle volte di aiuto per tutto il gruppo.
Al di là delle riflessioni sulla vita e la morte e sui rapporti interpersonali spesso basati solo ed esclusivamente sul materiale contatto fisico, quello che più affascina in Pushing Daisies è l’atmosfera marcatamente burtoniana, con una fotografia coloratissima che racconta di questo mondo a tratti “fatato” e la costruzione dei personaggi di contorno, tra i quali le due zie di Chuck (che definire particolari è poco) e i vari protagonisti del “caso del giorno”, sempre al centro di piccoli racconti gialli intriganti e al tempo stesso divertenti.
Non tarderemo, inoltre, ad appassionarci all’impossibile storia d’amore tra i due e a provare simpatia per la pimpante Olive e per l’apparentemente coriaceo Emerson. Ci sarà spazio anche per un infinito mondo di tenerezze, quelle che caratterizzano i vari espedienti che Ned e Chuck utilizzano per potersi anche solo virtualmente sfiorare: si baceranno attraverso delle pellicole, utilizzeranno enormi guantoni invernali per camminare mano nella mano e molto altro.
Tutto questo, insomma, è Pushing Daisies, una serie che ci fa riflettere su quanto solo attraverso la morte è possibile comprendere appieno il senso della vita, riflessione trasmessa con grande semplicità e con un ottimo senso del ritmo e dell’intrattenimento.
MIGLIOR EPISODIO 1×08 – Bitter sweet (Amare delizie)
In una serie con episodi tendenzialmente autoconclusivi come questa, non è semplice scegliere un episodio più rappresentativo degli altri, però tra le puntate migliori di Pushing Daisies, possiamo assolutamente annoverare l’ottavo, cioè il penultimo, episodio, intitolato Amare Delizie.
Innanzitutto lo si ricorda perché il principale indiziato dell’omicidio del giorno è proprio Ned, dal momento che la vittima è il proprietario di un nuovo emporio che ha iniziato a fare concorrenza al Pie Hole (il locale del protagonista) e che viene trovato morto proprio tra le sue braccia. Per Emerson, insomma, sarà davvero difficile scagionare il suo collega e trovare il reale colpevole!
Altro momento indimenticabile è quello in cui Ned decide di confessare finalmente a Chuck di essere lui la causa della morte del suo adorato padre (deceduto in seguito al ritorno in vita proprio di sua madre), decisione presa con molte difficoltà, ma dettata dal profondo sentimento provato dal ragazzo nei confronti della donna che non riuscirà mai a toccare veramente.
ALESSANDRA CAVISI