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Intervista a Maurizio Galli: “I solchi della storia” @Controcorrente LIVE

mauriziogalliautoreQualche tempo fa abbiamo recensito il libro I solchi della storia – Gli avvenimenti che hanno ispirato grandi musiche, scritto dal giornalista Maurizio Galli (Vololibero Edizioni). Qui intervistiamo il suo autore, che sabato 21 maggio sarà ospite nel programma – di cui siamo media-partner – Controcorrente LIVE, condotto da Doriana Tozzi nel Ninetythree Lounge Bar di Margherita di Savoia. Per il tema trattato, il libro è inserito nel programma de Il maggio dei libri 2022 di LibriAmo.

Caro Maurizio, questo è il tuo secondo libro. Cosa ha mosso in te la prima scintilla per scriverlo?

È nato tutto un po’ per caso. Rileggevo la storia di Nina Simone (nel libro pubblicato da Vololibero, e anche qui il caso forse ci ha messo lo zampino) e sono rimasto particolarmente colpito da alcuni accadimenti – passati in seguito alla storia – come ad esempio la bomba esplosa in una chiesa dell’Alabama frequentata da neri nella quale persero la vita quattro innocenti bambine, evento che la portò a dedicare ogni energia alla causa, al destino del popolo nero, tant’è da essere indicata come la cantante dei diritti civili. A quel punto mi si è accesa una lampadina e ho pensato che dovessero esserci altri avvenimenti storici che si legavano con un fil rouge a delle grandi musiche e che sarebbe stato interessante raccoglierli in un libro.

Il titolo del tuo libro è infatti chiarissimo nei suoi intenti. Eppure tantissime sono le “grandi musiche” ispirate da avvenimenti storici. Quali sono stati i criteri con cui hai effettuato la selezione?

A dire il vero non c’è stata una selezione vera e propria, tant’è che ancora oggi ogni tanto mi viene in mente un avvenimento storico e un suo relativo brano musicale. Ho incluso sicuramente quelli che mi hanno maggiormente colpito e che in una qualche maniera racchiudevano al loro interno anche un messaggio di speranza, come ad esempio il muro di Berlino: non solo l’orrore di quel terribile manufatto costruito dall’uomo ma anche per l’appunto il messaggio di speranza implicito nell’abbattimento dello stesso.

La storia all’interno delle canzoni è affrontata sempre in modo diverso. A volte fa da vero promemoria, per non dimenticare; altre volte è utilizzata come insegnamento e altre ancora diventa metafora per far riflettere sull’attualità attraverso fatti accaduti nel passato. Quanto e in che modo secondo te la musica aiuta in questi intenti?

Partiamo da una premessa, per me fondamentale: la musica non può essere considerata solo come un qualcosa da ascoltare magari in mezzo al traffico cittadino e in modo distratto. Detto ciò, in una qual misura la musica diventa anche un ottimo mezzo per comunicare, raccontare una storia e, in molti casi, anche un intero periodo storico. Le canzoni divengono così degli elementi fondamentali nella nostra memoria collettiva ricoprendo un ruolo importante nella “memoria storica”. mauriziogalliisolchidellastoriacopertina

In ventidue capitoli si raccontano le musiche e le relative vicende storiche a partire dagli eventi alla nascita del Cajun (quindi seconda metà del 1700) fino ai giorni della pandemia da COVID19. Anche la selezione degli eventi storici che hanno ispirato le opere musicali non sarà stata semplice. Come hai identificato nel 1755 il punto di inizio?

Sono partito dalla cacciata degli accadiani poiché mi sono reso conto che, soprattutto nel nostro paese, poco o nulla se ne sapeva. Con il senno del poi, visti gli ultimi accadimenti di cronaca estera, mi rendo sempre più conto che è importante guardare alla storia delle minoranze per comprendere meglio ciò che accade sotto i nostri occhi.

Prima dicevi che dopo la pubblicazione del tuo libro ti sono venuti in mente altri eventi storici che hanno ispirato canzoni. Dici che potrebbe esserci quindi un seguito?

Penso ci sia sempre, ma ce ne accorgiamo a libro finito, un qualcosa che avremmo voluto inserire. Chissà magari un giorno verrà pubblicato I solchi della Storia volume 2.

Sembra che vi sia un repertorio molto più vasto di brani musicali non recenti dedicati alla storia, come se la musica più attuale abbia un po’ smesso di guardare il mondo e si stia concentrando sempre più sugli aspetti intimi del vissuto personale o del pensiero degli autori. Per quanto non si possa mai fare di tutta l’erba un fascio e dunque abbiamo anche oggi rari esempi di canzoni “impegnate”, qual è il tuo punto di vista sulla questione? Come mai oggi viene più facile parlare del “sé” che del “noi”?

Purtroppo ciò avviene perché probabilmente viviamo in una società che sempre più guarda all’io ed è invece distratta o addirittura miope verso il noi. Anche se nel caso dell’ecologia qualche colpo di coda c’è stato da parte dei giovani. Forse non tutte le speranze sono perse.

Restando nel tema, anche nella playlist che hai redatto per il tuo libro, gli artisti più “giovani” sono praticamente i Green Day, che hanno superato gli “anta” già da un po’ di anni. Può essere tutto ciò un sintomo di grave superficialità dell’arte?

Perbacco non ci avevo fatto caso! Forse perché anch’io sono negli “anta” e quindi il mio sguardo era rivolto in quella direzione? Purtroppo (scherzi a parte) temo, ma spero di essere smentito, si è un po’ perso il senso degli artisti e della musica “impegnata”.

Chiudiamo la chiacchierata sul tuo libro ripartendo dal titolo: I solchi della storia. È ovvio il riferimento ai vinili, formato apparentemente intramontabile, infatti dopo un finto declino nell’era del cd è poi tornato ampiamente alla ribalta negli ultimi anni. Qual è il tuo punto di vista sui “corsi e ricorsi storici” di questo supporto audio?

Temo sia il mercato a pilotare i corsi e ricorsi… Oggigiorno pare esserci un revival del vinile (e anche delle musicassette) ma quanto questo incida veramente credo sia un fatto decisamente marginale. Rimane il fatto che io ho iniziato a 12 anni ad acquistare vinili e mai mi sono fermato ma una cosa voglio dirla: vinili, CD, mp3 o qualsia altro supporto va più che bene… l’importante è che si ascolti musica.

Nella tua parabola di giornalista musicale, qual è stata la soddisfazione più grande e quale il sogno ancora custodito nel cassetto?

Sicuramente la soddisfazione più grande è stata la scrittura di questo libro “in solitaria” visto che venivo dall’esperienza di una scrittura “a quattro mani”. Il sogno nel cassetto è che questo libro venga utilizzato da qualche insegnante per far vedere la Storia con occhi diversi: attraverso la musica. Penso ci sia bisogno di far sì che i giovani rimangano affascinati dalla Storia e magari questo libro può offrire loro un punto di vista diverso dal consueto.

Sorge così spontanea un’ultima domanda sul tuo punto di vista relativo all’interesse dei giovani nei confronti dei libri: che pubblico c’è generalmente alle tue presentazioni e, se ne hai, vuoi darci qui qualche idea per coinvolgere maggiormente le nuove generazioni?

Purtroppo difficilmente ci sono giovani alle presentazioni. Mi piacerebbe molto infatti poter presentare il libro all’interno delle scuole poiché potrebbe essere un modo diverso e meno accademico per fargli apprezzare l’argomento.

ELIDE FERRARI

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