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Il pop tormentato e vitale nella “Fase Due” dei Plan De Fuga

plandefugafaseduecoverFase Uno e il suo seguito, questo Fase Due di cui ci occupiamo oggi, rappresentano la parentesi in lingua italiana dei bresciani Plan De Fuga, che solitamente, sin dalla loro nascita, nel lontano 2005, preferiscono esprimersi in più collaudato, musicalmente parlando, inglese, a cui pare ritorneranno nelle prossime uscite. Questo EP di sei tracce che fa da naturale pendant al loro terzo album citato in apertura, pur non cambiando le carte in tavola, se non per l’aspetto linguistico, si fa forte dell’esperienza maturata dai quattro, ricalcando le coordinate stilistiche che hanno regalato loro una certa fama.

I Plan De Fuga sono artefici di un pop fragoroso e drammatico, energico ma tormentato, rivestito di chitarre elettriche ma che mette in primo piano un afflato melodico se non da mainstream, o almeno della parte “sana” di questo, quasi. Riuscendo a integrare spunti e ispirazioni prese qua e là dal rock alternativo, come l’intro evocativo di Mi Ucciderai, o le dinamiche vagamente alla Arcade Fire di Come Vuoi Che Sia o, ancora, la delicatezza pensosa degli Idaho in Change It, unico brano in inglese del lotto, i quattro bresciani arricchiscono una formula che altrimenti risulterebbe troppo radiofonicamente canonica, seppur dotata di uno spessore non facile da trovare altrove.

E la formula funziona, e la quasi disperata, aggressiva, ma estremamente vitale ricerca sonora dei nostri è probabile che abbia un vasto appeal. E se nei momenti più aggressivi pare di ascoltare una sorta di versione più orecchiabile, ma ugualmente martoriata e veemente degli Afghan Whigs, nei frangenti più delicati i Plan De Fuga dimostrano di avere un certo gusto negli arrangiamenti, come sta lì a testimoniare Alzare La Marea e il suo delicato e incisivo giostrarsi tra chitarra acustica, piano e archi.

Pagina Web: www.plandefuga.net

Video di Mi Ucciderai: https://www.youtube.com/watch?v=jNqhivOiqf8

FRANCESCO CAPUTO

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