Thumbnail: Uno sguardo sui Dagomago (Speciale Premio Buscaglione)

THUMBNAIL1.Chi siete, da dove venite e che musica proponete.

Siamo i Dagomago (Matteo, Andrea, Luca e Mattia), tre biellesi e un valdostano, e viviamo a Torino. Definiamo la nostra musica leggera da cantare a squarciagola. Pop intelligente in italiano, dove la musica dei Caraibi si mischia con il punk, le sonorità mediterranee e africane con l’indie di stampo anglosassone.

2.Il panorama musicale italiano aveva bisogno di voi?

Crediamo in quello che facciamo. Ci piace quello che facciamo. Non ci poniamo il problema se ci sia o meno di bisogno di noi nel panorama musicale italiano. Fare musica passa attraverso la passione e l’urgenza di esprimersi. La nostra proposta è onesta e personale e vogliamo fare ascoltare le nostre canzoni, questo è quello che conta.

3.Se voi foste una meta da raggiungere con il “navigatore musicale”, quali coordinate di artisti del passato o del presente dovremmo impostare, come strada da percorrere per arrivare al vostro sound?

Il viaggio sarà lungo, tutto via mare. Occorrerebbe il Nautilus di Ventimila leghe sotto i mari o un veliero di quelli dei pirati: per salpare da Londra e da New York e navigare verso i Caraibi, e poi verso la California e le Hawaii. Fare rotta verso l’Africa a vedere dov’è nata l’umanità, per arrivare nel Mediterraneo e attraccare a Genova. Da Genova per arrivare a Torino si dovrà continuare via terra, ma a quel punto il grosso del viaggio sarà compiuto.

4.Il brano del vostro repertorio che preferite e perché questa scelta. DAGOMAGO1

Inagua: è una canzone che racconta di un’isola lontana, di tesori e fenicotteri innamorati. Ci piace perché è molto rappresentativa di quello che stiamo scrivendo in questo periodo, e poi in questo video la suoniamo dal vivo al Montreux Jazz Festival 2015: https://youtu.be/PsijJWDrQI0.

5.Il disco che vi ha cambiato la vita.

I grandi dischi ci cambiano la vita ogni due mesi ed è difficile, dato che siamo in quattro, trovare un unico album. Possiamo però individuare il disco che ha marcato fortemente la nostra svolta musicale verso la world music, che è stato The rhythm of the saints di Paul Simon, del 1990. Un album che unisce pop, cantautorato e sonorità folk di varia provenienza.

6.Il vostro live più bello e quello invece peggio organizzato.

I due live più belli, se la giocano testa a testa, sono stati nell’estate del 2015: esperienza indimenticabile al Montreux Jazz Festival, che non ha bisogno di presentazioni, e la calda serata di Barolo a Collisioni, davanti a una piazza colma di persone in festa.

Il live più difficile, dal punto di vista organizzativo, è stato quello al Fat Baby di New York, durante il CMJ Music Marathon 2015, lo scorso ottobre. Un’altra esperienza fantastica dal vivo, ma il locale, come molti di Manhattan, era davvero in condizioni punk: cavi ovunque, casse che non funzionano, volumi spinti al massimo in un tripudio di distorsione e sudore. Un caro amico musicista che vive a New York da dieci anni ci ha rassicurato dicendoci che era tutto perfettamente normale. E noi non disdegniamo affatto!

7.Il locale di musica dal vivo secondo voi ancora troppo sottovalutato e, al contrario, quello eccessivamente valutato tra quelli dove avete suonato o ascoltato concerti di altri.
Una serata che sta funzionando molto bene, ma che sopravvive soltanto grazie allo sbattimento enorme che si fanno gli organizzatori, è Linoleum al Rock’n’roll di Milano. I ragazzi meritano di più, ancora di più di quello che stanno raccogliendo, e lo stanno dimostrando.

Non ci viene invece in mente un posto sopravvalutato. Dove andiamo a suonare, di solito, c’è sempre grande accoglienza e professionalità. L’Italia è una paese fighissimo in cui fare musica!

DAGOMAGO28.Le tre migliori band emergenti della vostra regione.

Sono tante le band e gli artisti che ci piacciono o con cui abbiamo condiviso serate, momenti di crescita, e quindi stretto rapporti di amicizia e di stima reciproca. Ne diciamo tre che a livello personale conosciamo poco o per niente, ma che apprezziamo musicalmente. A Torino ci sono i Foxhound (https://youtu.be/Np7-oGr0Dww) che sono davvero uno dei gruppi più fighi d’Italia e non solo. E poi ci sono i due Eugenio: Rodondi, il cantautore (https://youtu.be/nHttTc1K9W0) e l’altro, quello in Via di Gioia, che come saprete è una band e spacca davvero (https://youtu.be/4MxgdHdnq18). Ma anche a farsi un giro tra le province c’è un sacco di roba interessante: Pagliaccio, Invers, Il disordine della domenica, Lo straniero

9.Come seguirvi, contattarvi, scambiare pareri con voi.

Facebook, naturalmente: www.facebook.com/dagodagomagomago e poi c’è il sito www.dagomago.it

10.La decima domanda, che mancava: “Fatevi una domanda e datevi una risposta”.

Fatti una domanda e datti una risposta
disse il cuoco all’aragosta,
prima di buttarla nell’acqua bollente
così, nuda e senza salvagente.

Quella pentola proprio non mi piace
Pensò l’aragosta, dicendo “mi dispiace
caro cuoco, ma io devo dissentire
di far la parte della cena, non ho la minima intenzione”.

Così tutto d’un tratto e per tutta risposta
trasformatasi in tenaglia, con la chela l’aragosta
prese il naso dello chef e scappò in Olanda
lontano dai ristoranti e dall’ultima domanda.

Ciao!

DORIANA TOZZI

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