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Filippo Dallinferno con Aquarius ci conduce nelle profondità di ogni essere umano

filippodallinfernoaquariuscoverDopo anni di collaborazioni avvenute principalmente all’estero, Filippo Dallinferno presenta il suo nuovo disco, Aquarius, con il quale ci introduce nelle profondità della sua anima attraverso il suono ruggente della sua chitarra elettrica e le sfumature blues-rock che si presentano prepotentemente durante l’ascolto. Ciò che contraddistingue immediatamente il cantautore è sicuramente la chitarra che fa da protagonista indiscussa tra gli altri strumenti.

In Aquarius troviamo undici canzoni che virano intorno a un immaginario fatto di echi e di rimandi degli anni 70, già a partire da Ti amo folle, il primo brano, che si apre con un riff di chitarra sostenuto dalla batteria sempre più insistente sino a creare una melodia in grado di supportare perfettamente il senso del brano. Il cosmonauta Zavadovsky, invece, è costruito su un dualismo di arrangiamenti, quasi due canzoni fuse insieme, il cui testo colpisce dritto al punto: “gridalo più forte, non ci prenderanno mai”. Dopo le atmosfere “da viaggio” di All’ombra di Venere troviamo poi una featuring con il bluesman americano Charlie Musselwhite, che con la sua armonica accompagna Sotto i fari del Bennet. Il testo di questo brano sembra quasi condurre gli ascoltatori alla scoperta di un’epoca diversa e lontana. Più recenti i tempi del brano successivo, Vuoi tu ballare con me?, il quale, come fa presagire il titolo è il pezzo più ballabile del disco, magari da ascoltare in una discoteca all’aperto, in spiaggia, con qualcuno di speciale. Il passaggio è drastico verso Amico fratello, brano malinconico e delicato. La sua durata di meno di due minuti già basta per colpire dritto al cuore. Madre fortuna è rivolta appunto alla fortuna di cui il cantautore, attraverso un testo decisamente evocativo, chiede il sostegno per la sera più importante della sua vita. La malinconia prende nuovamente il sopravvento in Sto bene qui, andate voi, che con i suoi pochi versi ruota quasi interamente sulle evocazioni strumentali. Dopodiché, quasi come una secchiata di acqua gelata addosso, giunge L’imperatore, che si distacca dalla traccia precedente per le atmosfere energiche create dalla chitarra. Ulteriore svolta avviene con Alla fine, dove a prendere le redini è la componente romantica. Il modo in cui Filippo Dallinferno canta qui le parole è dolce e armonioso, perfettamente in linea con il tema. A chiudere il lavoro troviamo, infine, Esseri umani, un brano che racchiude in sé gli ingredienti alla base di tutto Aquarius, in cui il nostro esplora non solo le profondità della sua anima ma anche la complessità dell’essere umano tout court, trasformando il tutto in un viaggio caratterizzato dal cambiamento e dalla scoperta di se stessi.

Questo LP ci ha fatto scoprire prima di tutto un grande chitarrista ma in generale un cantautore che sa dare forza e potenza alle parole cantate attraverso la sua energia e le sfumature blues-rock.

Qui potete ascoltare il disco:

 

GIULIA RUSSO

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