Il collettivo Tamurakafka alle prese con la sonorizzazione letteraria in Sonmi-451

tamurakafkasonmi451coverL’ispirazione per molti artisti è qualcosa a cui si ha accesso passando per l’esterno, come privilegio o per spiccata sensibilità, sia individuale che collettiva. La band Tamurakafka basa esattamente su questo principio la sua produzione artistica unendo musica classica, rock e letteratura per dare vita a un sofisticato schema di elementi in perfetta linea l’uno con gli altri. Fondato nel 2013 da Massimo Baiocco, cantante e chitarrista, già all’attivo con un album, uscito nel 2014, dal titolo proprio Tamurakafka – dedicato al libro Kafka sulla spiaggia di Haruki Murakami – questo eclettico gruppo composto da una decina di artisti tra musicisti, attori, danzatori, fotografi e pittori talentuosi, sceglie un anno che si spera migliore del precedente per far uscire questo lavoro musicale dal titolo Sonmi-451 con l’etichetta abruzzese Danze Moderne. Stavolta il disco si ispira liberamente al romanzo di David Mitchell, Cloud Atlas.

Sonmi-451 è composto da quindici brani che prendono i nomi dai personaggi del libro e dalle sue atmosfere. Per chi non lo conoscesse, l’avvincente racconto fantascientifico di David Mitchell – tradotto in italiano come L’Atlante delle nuvole – intreccia sei storie ambientate in luoghi e tempi diversi, dove le tematiche ricorrenti sono la reincarnazione e il destino, elementi che legano indissolubilmente i personaggi e le situazioni degli episodi. Il racconto di Mitchell è quindi per il progetto Tamurakafka una fonte di ispirazione atta a maturare un esperimento di sonorizzazione letteraria in cui si può riflettere sul valore dell’arte, delle relazioni umane e sul futuro. Attraverso una moltitudine di forme e generi musicali vengono evidenziate le sensazioni e i conflitti del vivere contemporaneo, affidando a quella teoria che identifica ogni affetto con uno specifico stato d’animo (gioia, paura, malinconia, ecc.) la rappresentazione di particolari figure musicali definite “anomalie”, inserite appositamente nell’andamento del brano per suscitare determinate emozioni nell’ascoltatore.

Sonmi-451, oltre a dare il nome all’album e a uno dei quindici brani all’interno del disco, rappresenta anche il personaggio femminile dal fascino più significativo, capace di cambiare la propria sorte con la forza d’animo di chi come lei, schiava, ha conosciuto la viltà della discriminazione ma che, tuttavia, non l’ha spinta ad arrendersi. Il brano con le prime note in pianoforte e la successiva introduzione del canto, ha un forte impatto dal punto di vista dell’attualità perché strettamente collegato alle battaglie che le donne conducono per vedere rispettati i propri diritti e per cambiare l’attuale status delle cose in tutti i settori, compreso quello artistico. Seguono, caratterizzati da musica e parole, anche i brani Sixsmith e Luisa Ray, che descrivono due dei numerosi personaggi fisici del romanzo visionario sopracitato. Con una tessitura pianistica struggente e malinconica, cavalchiamo l’onda dei pensieri del fisico nucleare Sixsmith nel momento in cui sceglie di abbandonare l’idea della fine, dopo aver perduto un amore, per continuare a vivere. Così come continua e incessante è la voglia di indagare della giornalista Luisa Rey che essendo venuta a conoscenza di scottanti verità, viene fatta tacere e spinta in fondo a un fiume a bordo della sua auto. Questo passaggio nel disco è accompagnato da una forma musicale inusuale definita “rockbluespunkheavy”.

Fugato (Aurora House) e L’Assomoir sono invece la triste fotografia di due luoghi, il primo che simboleggia l’anticamera tra la vita e la morte per quegli ospiti non più giovani che stanno finendo il loro tempo terreno e il secondo, un vero e proprio ammazzatoio di sogni e illusioni agognato da cloni lavoratori. Entrambi sposano armonie leggere e delicate.

La lirica di baritoni e soprani si alterna a chitarre elettriche e violoncello nei brani Quanto credi sia grande il mondo e La prima volta, mentre un’andatura più pop è confermata battuta dopo battuta in La promessa della mela. Nell’album inoltre è presente anche la forma del reading, sperimentata tempo addietro anche nel famoso progetto di dialogo fra parole, musica e immagini, dal nome Parole Note, molto simile per struttura alla proposta del collettivo Tamurakafka. I temi concettuali che si ritrovano nelle parole della voce narrante, con rimando alla struttura portante dell’intero lavoro, sono rintracciabili nelle tracce titolate Prophetess, È una questione di amore, Ho fatto domande, In girum imus nocte et consumimur igni, Non smettevano di cantare e Quando ci siamo sollevati.

Transumana è l’eccezione controcorrente che chiude l’album, conciliando reading, parte cantata e musica, per esprimere in astratto un percorso di evoluzione interiore sviluppato in altezza, con la consapevole presa di coscienza che solo dall’alto è possibile ampliare il proprio sguardo sul mondo.

Se nel concetto del Panta Rei la fissità è un inganno, questo disco si ritrova in linea con la massima filosofica mostrando fluidità nei concetti espressi e nei generi musicali, che risultano volutamente poco definiti e in continuo mutamento, lasciando tutto aperto all’interpretazione e al sentire personale.

Link al sito della band: https://www.tamurakafka.com/

Link al video de La Promessa della mela: https://www.youtube.com/watch?v=xBIkVjOx1-E&t=4s

ILARIA SALVATORI

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