Il viaggio nella “Macchina della felicità” di Insinna al Diana

FlavioInsinnaLaMacchinaDellaFelicitaCOVERNell’ambito dell’interessante rassegna L’Incontri Al Diana, abbiamo avuto modo di approfondire la conoscenza con l’istrionico Flavio Insinna: non solo presentatore ed attore di teatro, di cinema e di fiction, ma anche scrittore.

La sua recente fatica letteraria, intitolata La Macchina Della Felicità, ed edita da Mondadori, è lo spunto per Insinna per raccontarci di sé; e lo fa in maniera diretta, verace, simpatica, non soltanto seguendo le citazioni di alcune pagine del suo scritto, ma anche mettendosi a disposizione del foltissimo pubblico, che lo ha accolto con grande affetto ed attenzione e che non perde occasione per fargli delle domande.

Inizia citando cosa rappresentava la felicità agli occhi di John Lennon, il quale, da bambino, scrisse in un tema che da grande avrebbe voluto diventare semplicemente una persona felice, per arrivare a parlare del suo romanzo e del protagonista Vittorio, un uomo solo, impiegato in un casinò, nel quale, non soltanto a tratti, l’autore si rispecchia. In comune, ad esempio, i due hanno le notti insonni, che da sempre sono una prerogativa del poliedrico Insinna.

Dalle sue parole traspare la gratitudine per il maestro Proietti, del quale ha frequentato la scuola ed ha affinato la sua arte d’attore, dopo essere stato folgorato dal suo spettacolo A Me Gli Occhi; e, ancora, ci racconta senza fronzoli l’amicizia e la complicità con Nino Frassica e la semplicità di una star come Terence Hill, con i quali ha condiviso l’esperienza delle fiction.

Lo accompagna un trio jazz, capitanato, al piano elettrico, dal maestro Nigro, che ad Affari Tuoi allieta le serate di concorrenti e pubblico con le sue note.

Sincero ed onesto, Insinna si racconta con una semplicità quasi disarmante e sembra di conoscerlo da sempre: avrebbe potuto essere medico, come suo padre, ma il terrore degli aghi non gliel’ha consentito; legatissimo alla famiglia ed agli insegnamenti ricevuti, percorre la sua strada sentendo sempre molto vicino suo padre, purtroppo scomparso; ci confessa che non ha ancora formato una famiglia perché ha come modello la sua, quella guidata da due genitori che sono stati insieme per più di cinquant’anni, come se davvero fossero una cosa sola, ed è una cosa difficile da costruire.

Tornando a Vittorio, protagonista del romanzo, un giorno in cui è libero dal lavoro, decide di andare al cinema ed incontra Lucia, che lavora lì come cassiera; lei è la ragazza di cui si innamorerà perdutamente e con la quale sognerà una vita diversa: un semplice chiringuito di bibite sulla spiaggia in un posto lontano.

Man mano che si racconta, emozionandoci molto, Insinna si rivela sempre più persona sincera ed umile: considera, come suo più grande successo, non una delle fiction dai grandi ascolti, ma un film su Don Pappagallo, una delle vittime dell’eccidio delle Fosse Ardeatine nel 1944. Dice di provare sempre un timore reverenziale rispetto a tutte le cose che fa: lo stesso libro, prima di consegnarlo alla Mondadori per la stampa, l’ha letto e riletto, maneggiato e rimaneggiato; se potesse, lo cambierebbe ancora. Lo stesso spirito lo mette nelle puntate di Affari Tuoi e nei lavori cinematografici: fin quando sente di aver qualcosa da dare, lui è il primo a mettersi, sempre criticamente, in gioco. Ma riesce benissimo a farsi anche un profondo esame di coscienza e fare, eventualmente, dei passi indietro se dovesse accorgersi che quel filone sta per esaurirsi. Ed allora “si ricarica” con alte esperienze artistiche, come il teatro, così come accaduto per lo spettacolo Senza Swing che portò in scena, per centinaia di repliche, dopo aver condotto Affari Tuoi per i primi due anni, dal 2006 al 2008.

Tra un botta e risposta con il pubblico, alcune simpatiche scaramucce con il maestro Nigro ed alcuni brani regalati dall’elegante trio jazz, Insinna legge alcuni momenti dell’amore tra i protagonisti del romanzo, Vittorio e Lucia, sottolineati live dalla splendida Mi Sono Innamorato Di Te di Tenco; infine, omaggia Pino Daniele con una dolcissima Quando, ricordando di averlo incontrato a Capodanno, nel programma tivù dove lui era presentatore e Daniele ospite. Ne descrive, non senza emozione, la grande dolcezza: una prova “a punta di corde di chitarra” ed un Pino Daniele che si complimenta, a trasmissione finita, con lui per la conduzione.

Il tempo per l’incontro è ormai trascorso, ma Flavio non ha fretta: non andrà via finché tutti non l’avremo salutato, finché tutte le copie del libro non saranno state autografate e dedicate, finché non avrà posato per le richiestissime foto insieme al pubblico.

Un Flavio Insinna che è stato un grande piacere incontrare; un grazie dal cuore da tutti noi per la sua toccante disponibilità, semplicità e verità.

DONATELLA DELLE CESE

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