I Think Magazine Bollettino ufficiale dell'Associazione Culturale "I Think"
Seconda prova per i piemontesi We Are Waves dopo l’apprezzato Labile di un anno fa. Questo nuovo Promises non fa che riconfermare e ampliare la direzione stilistica intrapresa dai nostri tempo fa, continuando a muoversi con flessibilità e destrezza tra le varie sfumature sonore riconducibili a un armamentario dark/new wave/post-punk tipicamente eighties ma consapevole di tutto ciò che si è rispolverato negli ultimi anni oltremanica e oltreoceano.
Dai Cure ai Crystal Castles, potremmo dire, passando per Depeche Mode, Tears For Fears e istanze un tantino più tecnologiche, con la giusta devozione per i mostri sacri ma una discreta capacità di giocare con le basi e metterci del proprio. Una capacità che permette anche al gruppo di spaziare con sicurezza tra varie influenze e rendere eterogeneo il giusto un disco di più di tre quarti d’ora.
I We Are Waves riescono quasi sempre a padroneggiare la materia, sia che si tratti di impostare atmosfere opprimenti a colpi di basse frequenze come 1982, sia quando ci si sposta su canoni più liminari a certo indie post anni zero, come in Be Your Own Island o Wasted; spesso e volentieri ci si fa trasportare su binari vicini a certa EBM o techno tout court (Monochrome), con puntatine nel technopop più spudorato (Lovers, Loners, Losers) o, al contrario, in qualche delicatezza Smiths-iana.
Non sempre l’impasto riesce, specie negli episodi più caciaroni, ma a salvare il risultato ci pensa una certa freschezza e “vitalità”, tanto pathos, un discreto senso del melodrammatico funzionale al genere, nonché qualche tocco d’esperienza che non guasta mai. Insomma, magari non un disco per tutti né una rivoluzione, ma sicuramente un buon disco col giusto spessore, derivativo un sacco, ma comunque con un suo perché.
Pagina Facebook: https://www.facebook.com/wearewavesmusic
Video Lovers, Loners, Losers: https://www.youtube.com/watch?v=ufhrUYYNYck
FRANCESCO CAPUTO
