Thumbnail: uno sguardo su Maëlys

THUMBNAIL1.Chi sei, da dove vieni e che musica proponi.

Sono Maëlys e vengo dalla calda Bari. È davvero difficile definire “che tipo di musica propongo” e quale sia il mio genere, io che dei generi non ho mai saputo vedere i confini. Mi suggeriscono “electrosoul”, ma fondamentalmente è tutto quello che mi piace: soul, R&B, elettronica.

2.Il panorama musicale italiano aveva bisogno di te?

Nessuno ha bisogno di niente fino a che non ne sperimenta la presenza. Mi sento di dire che il panorama musicale italiano ha bisogno di me perché ormai ci sono, e perché abbraccio la cultura italiana attuale. Chi lo sa poi, tra qualche anno, potrei essere altrove.

3.Se tu fossi una meta da raggiungere con il “navigatore musicale”, quali coordinate di artisti del passato o del presente dovremmo impostare, come strada da percorrere per arrivare al tuo sound?

Premetto di avere scarso senso dell’orientamento, perciò ottima scelta quella del navigatore musicale. Per arrivare a me bisogna passare da John Mayer, Sampha, Frank Ocean, Daniel Caesar, per arrivare a Sabrina Claudio e Jorja Smith. maelys1

4.Il brano del tuo repertorio che preferisci e perché questa scelta.

Il mio brano preferito del mio Mélange è Away/Empty me: è il più complesso di tutti, è diviso in due parti ed è questo l’aspetto che più amo. Ancora devo definire cosa mi rapisca di più, se la musica o il testo, ma in entrambe trovo completa espressione di me stessa. È un percorso in salita, un cambiamento di rotta e di veduta verso l’unica strada possibile: quella della serenità, anche da sola, anche se siamo costretti a lasciarci alle spalle qualcosa per cui abbiamo lottato tanto, e forse invano. È emblematico per questo periodo della mia vita, forse è per questo che ci sono legata così tanto. Potete ascoltarlo qui: https://open.spotify.com/track/0rsQZ9z9sQUtObzjLzbqkf?si=LtU6-yUFSG2QFqaBT19NAQ.

5.Il disco che ti ha cambiato la vita.

Non ho dubbi: Blonde di Frank Ocean. È grazie a questo ascolto, principalmente, se sono dove sono.

6.Il tuo live più bello e quello invece peggio organizzato.

Mi sento fortunata nel dire che non so definire un live meglio o peggio organizzato. Non è mai successo nulla di eclatante, mi hanno sempre trattata al meglio. Certo, in alcuni posti si è trovata subito sintonia con gli addetti ai lavori, ma non posso nemmeno definire un live migliore o peggiore.

7.Il locale di musica dal vivo secondo te ancora troppo sottovalutato e, al contrario, quello eccessivamente valutato tra quelli dove hai suonato o ascoltato concerti di altri.

È una domanda un bel po’ scomoda, così a freddo mi verrebbe da dire Demodé sopravvalutato, Officina degli Esordi ancora sottovalutato. Sono ovviamente entrambi locali di Bari.

maelys28.Le tre migliori band emergenti della tua regione.

Direi Think About It, Rosita e Stain.

Ai primi sono legata anche da un ricordo affettivo, anche perché i due musicisti che suonano con me (Stefano De Vivo e Claudio La Rocca) fanno parte di questo collettivo hip hop/nu soul; sono cresciuta molto con e grazie alla loro musica, al di là dell’aspetto puramente affettivo sono dei grandi musicisti e uno dei progetti italiani più interessanti secondo me.

Rosita è una giovane ragazza che  fa cantautorato italiano: è di una spontaneità e grinta assurda ed invidiabile.

Gli Stain fanno alternative rock, e sebbene non sia un genere che solitamente prediligo, la loro carica espressiva mi ha colpita.

Qui i link per sentire i loro lavori: https://open.spotify.com/artist/2dMduE0vN6M0EjM8mPKds2?si=WK_-_-1XS826u-7sV64BCw, https://open.spotify.com/artist/3yPZuAeCc8f9QrSCR57TR2?si=hkV2WdOCReuV5ZFNEgnwxw, https://youtu.be/cnMI2mFqGNM. maelys3

9.Come seguirti, contattarti, scambiare pareri con te.

Dopo ogni concerto quello che invito a fare è sempre fermarsi a parlare con me, perché è tra le cose che più mi arricchisce. In questo caso potremmo farlo virtualmente e andrà benissimo ugualmente, avrò cura di rispondere o sulla mia pagina artista facebook Maëlys (https://www.facebook.com/maelysmusic/) oppure in direct su Instagram al mio profilo @egomaelys

10.La decima domanda, che mancava: “Fatti una domanda e datti una risposta”.

D: Quanto ci credi in quello che ti sta accadendo?

R: Se avessi dovuto rispondere a questa domanda un anno e mezzo fa probabilmente avrei risposto che pensare di poter fare della propria passione un lavoro era una visione utopica per me, sebbene sia sempre stata una persona molto sicura di sé. Oggi la situazione è completamente ribaltata: sforzo dopo sforzo, lavorando, sono sempre più tenace e ho sempre più voglia di crederci. Per questo devo ringraziare ancora una volta chi lavora con me, Claudio La Rocca e Stefano De Vivo, e la mia etichetta, Playbrown.

DORIANA TOZZI

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