Thumbnail: uno sguardo sugli Electric Souls

THUMBNAIL1.Chi siete, da dove venite e che musica proponete?

Siamo gli Electric Souls, veniamo da Campi Bisenzio, in provincia di Firenze, e siamo un power-trio classico composto da chitarra/voce (Dario Mangano), basso (Alberto Palloni) e batteria (Alessio Berni) e nato dall’esigenza di comporre la propria musica per sviluppare il proprio linguaggio, giocando allo stesso tempo con le proprie influenze musicali. Le influenze del gruppo toccano vari generi e la difficoltà di stabilirne uno di riconoscimento ha portato ad abbracciare un’idea: Earth Rock, ovvero l’idea che le radici del jazz, del soul, del funky si intrecciano in ogni canzone in modo diverso e unico con il rock.

2.Il panorama musicale italiano aveva bisogno di voi?

Alberto: Non lo so, l’esigenza è per noi quella di esprimere la nostra musica, per noi stessi e non solo in relazione a chi ascolta. Alla fine la musica è arte, quindi non ha bisogno di essere motivata o connotata, sennò non sei un musicista, sei un operaio della musica.

3.Se voi foste una meta da raggiungere con il “navigatore musicale”, quali coordinate di artisti del passato o del presente dovremmo impostare, come strada da percorrere per arrivare al vostro sound?

Alberto: Be’, si parte dal rock classico, che è quello che ci ha avvicinato tutti e tre alla musica, quindi Led Zeppelin, Pink Floyd e via dicendo, per poi andare in quasi tutte le direzioni, si passa da Miles Davis a Dr. Dre, in fondo si dice sempre che non importi la metà ma il viaggio.

Alessio: Innanzitutto direi che la prima meta da impostare per iniziare il viaggio sia Jimi Hendrix. Una volta presa quella strada le vie per raggiungerci sono svariate, dallo swing passando per il jazz fino al funk. In fondo quello che ci piace nel fare la nostra musica è proprio dare la possibilità di arrivarci da quante più strade possibile.

4.Il brano del vostro repertorio che preferite e perché questa scelta.

Alessio: Uno dei miei brani preferiti è Persian Light. È una sfuriata, una cavalcata, un brano “in levare” che trasmette energia e carica sia a chi lo ascolta che a chi lo suona. È vero, è un brano molto da radio, ma nel pieno stile Electric Souls.

Dario: Hey Sam, don’t you? È un pezzo che amo molto perché, oltre alla sequenza degli accordi che uno trova nel pezzo, è bello quando arriva il momento in cui Alberto fa l’assolo di basso che crea un’atmosfera che mi piace tanto. electricsouls1

5.Il disco che vi ha cambiato la vita.

Alberto: Bitches Brew di Miles Davis. Non so nemmeno come commentarlo.

Alessio: Selling England By The Pound dei Genesis. È un disco di genere molto diverso da quello degli Electric Souls ma l’ascolto di quell’album mi ha aperto dei confini musicali nuovi.

Dario: Are you experienced? di Jimi Hendrix. Davvero una pietra miliare della musica di tutti i tempi e di grande ispirazione su come può essere suonata la chitarra.

6.Il vostro live più bello e quello invece peggio organizzato.

Alberto: Il più bello forse quello al CPA di Firenze. Situazione un po’ droghereccia, ma con un sacco di gente molto fogata sotto palco e la più grande sequela di bis, tanto che a momenti ci ritrovavamo anche a suonare Fra Martino Campanaro.

Invece al peggio non c’è mai fine, eppure in un posto in particolare si sono impegnati. Posto nel nulla, completamente deserto, con una serie di clausole oscene (la mora di 300 euro se avessimo annullato l’evento), accerchiato da strani personaggi che millantavano agganci a destra e a manca, orario di inizio alle ore 21, con una fantomatica diretta streaming dove si doveva sponsorizzare il locale stesso. Unico aspetto positivo è che alle 22,30 ero già in un altro posto a bermi una birra.

Alessio: Concordo con Alberto. Uno dei live più belli è stato quello al CPA di Firenze Sud, una vecchia scuola trasformata in centro sociale. Palco formidabile, molta birra (e non solo…), gente presa dalla musica, tutto fantastico!

E come diceva Alberto, uno dei peggiori è stato quello al Dietro le Quinte di Pontassieve. I titolari se la sentivano come se stessero gestendo il Live Aid. Arriviamo, montiamo, sound check arriva il titolare e con una sfacciataggine rimarchevole dice: “Almeno la metà del volume!” e se ne va! Morale delle favola si inizia a suonare alle 21 con il locale vuoto (veramente zero pubblico) e con una diretta facebook (mai trovata da nessuno) nella quale ad ogni pezzo dovevamo ringraziare Tizio, Caio e Sempronio. L’unica cosa che mi ricordo è la voglia di scappare da quel posto così buio e triste.

Dario: Assolutamente d’accordo che l’esperienza più brutta per noi è stata quella ampiamente e deliziosamente descritta da Alessio e Alberto! Invece un live che, oltre al CPA, è stato bello per me è stato quello al Sicurcaiv (Casa del Popolo di Grassina): staff meraviglioso, preparazione del palco e attrezzatura di qualità, professionalità dei fonici, un palco bellissimo con luci spettacolari, cena ottima, possibilità di vendere il proprio merchandising. Una serata da definirsi tale dove il musicista viene messo al centro e gli viene data la possibilità davvero di presentare e suonare la propria musica in un ambiente magico.

electricsouls27.Il locale di musica dal vivo secondo voi ancora troppo sottovalutato e, al contrario, quello eccessivamente valutato tra quelli dove avete suonato o ascoltato concerti di altri.

Alberto: di sottovalutati non me ne vengono in mente, perché bene o male i posti dove abbiamo suonato erano quasi sempre frequentati, mentre i posti completamente vuoti avevano le loro buone ragioni per esserlo. Di sopravvalutati ce ne sono diversi, ma solo perché sono locali di tendenza che vogliono accaparrarsi anche la scena musicale, non avendo né acustica né mezzi per farlo, tipo la NOF a San Frediano, ma non diteglielo perché non ci abbiamo ancora suonato.

Alessio e Dario: Concordiamo in pieno con Alberto.

8.Le tre migliori band emergenti della vostra regione.

Alberto: Visto che con la maggior parte siamo amici, non ne dico nessuna così non faccio spregio a nessuno.

9.Come seguirvi, contattarvi, scambiare pareri con voi.

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10.La decima domanda, che mancava: “Fatevi una domanda e datevi una risposta”.

Alberto: D: È così importante categorizzare e suddividere tutta la musica?

R: Assolutamente no, però bisogna perdere un po’ di tempo ogni tanto.

DORIANA TOZZI

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