Non ti pago: un grande classico che ci ricorda la grandezza del teatro italiano

defilipponontipago2017aÈ una domenica sera da tutto esaurito quella del Teatro Comunale di Corato (BA), dove va in scena una delle più famose commedie ideate da Eduardo De Filippo: Non ti pago. Le repliche di questo spettacolo hanno un sapore agrodolce, dato che è l’ultima diretta da Luca de Filippo, venuto a mancare ormai due anni fa, ma il livello degli attori è talmente alto da riuscire a far superare questo pensiero e, ancor di più, il risultato è un bellissimo omaggio al grande attore.

In scena il ruolo del protagonista è affidato a Gianfelice Imparato, un conoscitore esperto del teatro di De Filippo, che quindi si trova a suo agio nei panni del dispotico Ferdinando Quagliuolo, gestore di una ricevitoria e schiavo della speranza di poter vincere a lotto. Ferdinando passa le notti insieme ad Aglitiello, impersonato da Nicola Di Pinto, cercando di interpretare la forma delle nuvole e trovando dunque dei numeri da giocare che puntualmente non vengono estratti. La sua famiglia è composta dalla moglie Concetta (Carolina Rosi) e dalla figlia Stella (Carmen Annibale), innamorata di Mario Bertolini (Massimo De Matteo), un impiegato della ricevitoria di Ferdinando. Quest’ultimo non approva il loro amore, consumato dall’invidia nei confronti di Mario che è estremamente fortunato nel gioco del lotto.

La situazione precipita quando Mario vince 4 milioni di lire al lotto, con una quaterna che gli era stata defilipponontipago2017brivelata in sogno dal defunto padre di Ferdinando. Infatti il dispotico padre di famiglia, sentendosi vittima di un imbroglio, si impossessa del biglietto vincente proclamandosi come unico avente diritto a ritirare quei soldi. Tra avvocati (Giovanni Allocca) che cercano di sfruttare la situazione e preti (Gianni Cannavacciuolo) chiamati a portare la pace in famiglia, le vicende si susseguono in una evoluzione che sfocia nel paradosso.

Non ti pago è un piccolo gioiello della commedia partenopea che, nonostante sia stato scritto nel 1940 e venga portato in scena da tantissimi anni, resta uno spettacolo ancora oggi divertente e che lascia una profonda morale. La compagnia degli attori è molto affiatata, riesce a mantenere un ritmo alto senza una minima sbavatura. Il focus principale va incentrato sui due protagonisti: se da un lato Gianfelice Imparato si è trovato nel difficile compito di subentrare a Luca De Filippo, Carolina Rosi si deve confrontare in scena, nella stessa commedia, con un altro attore al posto del marito.

Il risultato è sorprendente: viene ricreato un pathos straordinario che mescola nevrosi, dispotismo, rabbia, paura, invidia, ecc… I sentimenti vengono marcati e portati sopra le righe, rispettando il canone della commedia napoletana. Le musiche di Nicola Piovani accompagnano perfettamente lo svolgersi dell’azione e le scenografie di Gianmaurizio Fercioni sono semplici ma efficaci. L’eredità di Edoardo viene rispettata in pieno e portata avanti con orgoglio, ripagata da un pubblico che affolla il teatro ed applaude divertito, pienamente consapevole di aver assistito ad una grande commedia che ha fatto la storia del teatro.

MARCO ROSSOMANNO

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