Ogni maledetto weekend: storytelling e tecnica nel rap di Sito

sitoognimaledettoweekendcoverClaudio Calcagno, in arte Sito, torna sulla scena rap con Ogni maledetto weekend, titolo ispirato al più celebre film Ogni maledetta domenica, con protagonista Al Pacino, il cui famosissimo monologo all’interno della pellicola costituisce l’Intro a questo nuovo lavoro del rapper genovese, giunto dopo l’album Pioggia Sporca.

Ogni maledetto weekend si compone di sedici tracce, tutte legate da un unico fil-rouge, ovvero la voglia di affermarsi a grandi livelli, facendo abile uso di beat ben riusciti e testi ricchi di ironia spesso incentrati su scene di vita quotidiana che potrebbero appartenere a tutti gli ascoltatori. Percepibile è l’influsso di un artista del calibro di Fabri Fibra sul flow e sulla scrittura, mentre la musica da club fa da sfondo alle prime quattro tracce: Non andare via, Cose da dire, Rime alla cazzo e Questa notte ft. Soul Sarah.

Importante anche la collaborazione con i Sud Sound System in Liberu la capu, in cui il combo pugliese caratterizza con la propria musica inconfondibile un pezzo che potrebbe essere definito più slow rispetto agli altri ma la cui melodia irrimediabilmente “entra in testa”.

Ad emblema della poliedricità dell’artista ligure si erge soprattutto Se non ti passa scendi, dove il flow subisce una lieve variazione su un beat costituito da batteria, basso e chitarra elettrica che non guastano mai.

Finalmente ecco la totale trasformazione: Sito si distacca dai rapper canonici e scrive Vinco e perdo, pezzo molto personale sotto il profilo dello storytelling e della scrittura, con un flow decisamente originale.

Degna di nota è anche Sogni e guai, ancora legata alle esperienze personali, in cui il rapper ci tiene a sottolineare di non appartenere alla strada ed alle storie sulle droghe e sulla vita senza un percorso ben tracciato, ma allo stesso tempo ha scelto di “uccidere i sogni per guai”, inseguendo il sogno/guaio di entrare nel mondo dell’hip-hop. Pezzo più sentimentale è invece Prima che sia troppo tardi, nuovamente in featuring con Soul Sarah, che rende benissimo nel ritornello l’interiorità ed i pensieri che affollano l’amante nel momento in cui sente di poter perdere la persona amata.

Kinda Hero e S.I.T.O.Y.W.M. sono il mezzo con cui Sito dimostra la sua ottima tecnica su una base soul, senza rinunciare allo storytelling e – nel secondo pezzo – ad un accenno di dissing accompagnato nel ritornello da chitarra elettrica. Degno di nota nella parte finale dell’album è Non posso farne a meno, con cui Sito sembra volersi prendere ciò che gli spetta nella scena sfruttando un sound vicino all’american rap.

L’outro dell’album, È tutto qui, si rifà ancora una volta al già citato dialogo di Al Pacino in cui l’artista si automotiva al proseguimento del suo progetto, ammettendo quanto il mondo dell’hip-hop sia pieno di anomalie e spesso ingiusto nei confronti di alcuni artisti meritevoli.

Sin da subito Sito porta un’ondata di freschezza dimostrando il suo eccezionale talento e permettendo a volte alle stesse parole di suonare anche da sole, senza musica, grazie all’accuratezza nella ricerca di termini che diano un senso ai testi e si leghino indissolubilmente alla musica. Parole che partono dall’io interno dell’artista per raccontare storie e, perché no, divertire con ironia pungente e che, nel momento in cui si conclude l’ultima traccia, portano un po’ a rammaricarsi e chiedersi con un sospiro: “È già tutto finito?”.

Sono ben sedici le tracce, come dicevamo, ma scorrono su un velluto delicatissimo, lo stesso che il cantante genovese utilizza per portare a termine un lavoro meritevole di lode. Ladies and gentlemen, Sito!

Qui la pagina FB dell’artista: https://www.facebook.com/SitoOfficialPage

Qui il video ufficiale di Non posso farne a meno: https://www.youtube.com/watch?v=iJikszrrBX4

RUGGIERO RICATTI

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