Memento: Hill Maza ci ricorda che non vai da nessuna parte se non sai da dove vieni

hillmazamementocoverIn un celebre film del 2000 la memoria era ciò che mancava al protagonista Leonard Shelby, reo di svegliarsi ogni mattina nella camera di un hotel con la stessa domanda in testa: dov’ero rimasto? Ecco, non è quello che accadrà ascoltando il rapper grossetano Hill Maza, al secolo Massimiliano Musilli, il cui titolo del nuovo album riprende il nome dal capolavoro diretto da Christopher Nolan: Memento.

Ideatore nel 2014 del progetto HEXPROOF – Hill Maza & KillJoy, insieme al fratello Riccardo (aka KillJoy), Hill Maza porta avanti sin dagli esordi un’idea del rap a metà strada fra la nuova onda che occupa le classifiche ufficiali ormai da qualche tempo e la vecchia scuola (in una traccia non fa mistero di essere un fan della prima ora dei Cor Veleno). Quello che ne viene fuori in questo nuovo album è un diario intimo e viscerale che restituisce i pensieri e le parole di un ragazzo cresciuto negli anni con la volontà di mantenere il focus sui suoi obiettivi, forgiando quello che è ora il carattere e il flow delle sue tracce. In Memento, prodotto da Premise On The Beat, c’è tutto: dalla resilienza alla critica dei valori, dalla malinconia alla disillusione sulle regole di un’autenticità troppo spesso sacrificata in favore dell’ipocrisia, una corsa a ostacoli nella solitudine di chi cerca la propria strada e la trova con tutti i rischi del caso.

In testa alla tracklist, con rec, mix e master a cura di KillJoy per ThaZeroRecordZ Studio, svetta Il campione del popolo, un vero e proprio inno a superare le difficoltà e a non lasciarsi trascinare nel baratro, con la fame di chi vuole affermarsi negli occhi del pubblico che un giorno, da una platea qualunque, urlerà proprio il nome di chi ce l’ha fatta.

Un salto indietro con Golden Age, che sembra quasi un omaggio involontario a Non è un film degli Articolo 31, ricordando la sola età dell’oro che per Hill Maza non passerà mai, tra adolescenza, amici fraterni con i gomiti puntati sul bancone di un pub e le prime gare di freestyle in aula magna.

Brodiez, unica traccia in cui ascoltiamo anche le barre di KillJoy, è una conferma al merito e alla credibilità senza sforzo di questa coppia che, a differenza di molti comprimari sulla scena rap italiana, non fa a gara a chi ce l’ha più lungo – il fiato – e scandisce alla perfezione ogni parola, senza sminuire il senso dei contenuti.

Di Più segna la scansione a tappe di una “routine del rap”, per citare una strofa del brano, in cui c’è tutto il percorso musicale di Hill Maza, costellato dai complimenti di chi non si è mai risparmiato ad ascoltare i suoi lavori e dai suggerimenti più o meno validi che si risolvono, purtroppo, in un’esortazione che sembra diventata ormai la scorciatoia più sicura per raggiungere il successo: perché non ti iscrivi a un talent?

A metà dell’album invece arriva uno sfogo con L’Istinto e la Casualità, forse dovuto al ritorno di certi mostri che si celano sotto il nome di “solitudine” alle tre di notte, che rispecchia i dubbi di chi si è sempre lasciato trascinare dagli eventi aspettando che tutto accadesse da sé, affidandosi ai due fattori che danno il nome alla traccia, senza cambiare mai le cose e dare una mano al destino.

È una marea di sangue, Lester…” ancora cinema con questa citazione che ci giunge direttamente da Fargo, la serie tratta dall’omonimo film dei fratelli Coen, in cui il violento criminale Lorne Malvo – ed è proprio Malvo il nome della traccia – offre una visione, di cui si fa portavoce anche Hill Maza, sulla banalità del male che si fa umana e veste i panni di un ipotetico nemico pronto a mietere vittime per la sua natura demoniaca.

In Eccomi e Vincere Adesso si delineano molto bene la libertà fisica e soprattutto morale che Hill Maza si prende senza dover chiedere il permesso a nessuno, stanco del marasma di fantocci a cui ci ha abituato la società finto borghese del terzo millennio.

Dopo tanto ricordare, fra citazioni e voglia di riscatto, Tranne Noi Due riporta un po’ di sentimento, stavolta quello di un legame amoroso, nel buio introspettivo di questo album, mentre Outro/Non si può spegnere, con ogni probabilità il vero biglietto da visita di Hill Maza, vuole essere un ringraziamento a quello status fallimentare, durato più del previsto, che conferisce il passepartout per quella realtà dove si ottiene “la metà con il doppio della fatica” e dove la frustrazione è parte del bagaglio da portare con sé nel viaggio della vita.

Di recente è balzata alle cronache una polemica sterile sollevata da certi rapper che hanno voluto pronunciarsi su un argomento spinoso, ovvero quello della mancata identità da parte del genere musicale di cui si fanno rappresentanti in Italia. Non che una propria riconoscibilità non sia un elemento a favore nel panorama odierno, ma sicuramente tenere un po’ più a bada il proprio ego, senza azzardare conclusioni che, in tutta onestà, sono comunque alla portata di tutti, un po’ come la scoperta dell’acqua calda, renderebbe giustizia a questi artisti, troppo spesso ricordati solo per qualche dissing. L’onestà talentuosa e silente di Hill Maza, fortunatamente, è la prova che la consapevolezza delle proprie capacità non sempre arriva a bruciare l’umiltà creando l’illusione di essere i paladini della verità assoluta e oltretutto conferma anche la possibilità con un lavoro come Memento, di descrivere una storia in musica senza spettacolarizzarne la successione ma facendola vivere semplicemente tra le barre così com’è stata vissuta.

Link al profilo FB di Hill Maza e KillJoy: https://www.facebook.com/hillmazaxkilljoyofficial/

Link al video Il campione del popolo: https://www.youtube.com/watch?v=q6hUUFJO7N0

ILARIA SALVATORI

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