Di ventenni, di Erasmus e di tempeste ormonali è fatta l’“Insana voglia” dei Barriga

barrigainsanavogliacoverUna luminosa ventata di freschezza scorre lungo le dieci tracce di Insana voglia, l’album d’esordio dei Barriga, che si ritagliano con discrezione un proprio piccolo spazio nel ricco panorama del pop rock nostrano.

Sin da subito si comprende il marchio di fabbrica della band, con la voce dal timbro squillante (a volte un po’ troppo, tanto da sembrare una forchetta di metallo che graffia su di un piatto di porcellana), motivetti da canticchiare e testi che illustrano storie e sentimenti tipici della generazione dei ventenni d’oggi. Tra queste storie troviamo diverse istantanee di vita universitaria, come nella divertente Fuori sede o in Liberi davvero, uno dei pezzi più riusciti del combo, in cui si ha voglia di partire per l’Erasmus con un po’ di paura di perdere ciò che si lascia. Ma è la voglia di libertà a far da fil rouge praticamente lungo tutte le dieci tracce dell’album, riassumendosi perfettamente nella prima strofa di DJ: “se la vita è come una canzone voglio essere io a scriverne le strofe e allora DJ riposa le tue mani che stasera DJ i dischi sono i miei”. E a proposito di DJ e voglia di ballare, ci si ritrova proiettati in un’immaginaria dancehall anche in Animi vividi che, con un coinvolgente giro di basso e un ritmo pulsante, danza su sensuali strategie amorose, tra il desiderio e la caccia all’ambita preda.

In generale uno dei punti di forza principali di questo disco, prodotto tra l’altro da Paletti (del quale si ritrovano diversi echi sparsi qua e là), è che non è possibile restar fermi senza ballare quasi per tutto il tempo, con la sola eccezione della più riflessiva Alba dalle occhiaie che mostra anche il lato più intimo del quartetto bresciano.

A condire le storie raccontate non manca mai una certa dose di ironia, che trova il suo apice in Voglio te, la storia che ogni musicista di sesso maschile (ventenne… ma non solo!) sognerebbe di vivere, benché ci auspichiamo non esistano in giro troppe sprovvedute donzelle come quella qui cantata, disposta a farsi maltrattare in ogni modo pur di restare con il suo “distratto” fidanzato.

Le melodie zuccherine e scanzonate e le acute interpretazioni vocali sono un ideale ponte che, con un salto a ritroso nel tempo, potrebbe condurre dalla riva del cosiddetto indie pop tanto in voga oggi fino alla sponda del pop ballabile che andava di moda tra gli anni ‘70 e ‘80 (Alberto Camerini, Umberto Balsamo, Ivan Cattaneo…) e soprattutto un brano come Lo scemo mostra la perfetta riuscita di questo ipotetico viaggio oltre i confini spazio-temporali. Gli arrangiamenti dei brani e la scelta dei suoni invece strizzano l’occhio alla musica d’oltremanica e soprattutto alle evoluzioni del brit pop, mantenendo comunque un retrogusto orgogliosamente italiano. Probabilmente è questa particolare miscela a donare freschezza a questo lavoro di cui forse non si sentiva la mancanza ma che, una volta approdato alle nostre orecchie, sa comunque farsi apprezzare ascolto dopo ascolto proprio per autenticità e spontaneità.

Molto carino anche il videoclip che accompagna il singolo Non puoi toccarmi sul web, in cui i nostri diventano virtuali protagonisti di alcuni tra i più noti giochi del MAME.

Questa è la pagina facebook della band: https://www.facebook.com/barrigaband/

Qui il videoclip di Non puoi toccarmi sul web: https://www.youtube.com/watch?v=MvocsL_8Q-E

DORIANA TOZZI

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