Intervista a Raimondo Barbaro, ideatore del progetto Rêver, un sogno che diventa realtà

reverlogoIn Puglia, precisamente a Barletta, è nata da alcuni mesi un’associazione culturale di promozione degli artisti, che già dal nome mostra il preciso intento di dar vita ad un sogno, quello di potersi “esprimere liberamente”, all’interno di un proprio spazio creativo svincolato dai condizionamenti esterni. L’associazione si chiama appunto Rêver (che in francese significa “sogno”) e la sua genesi è stata addirittura discussa in una tesi di laurea da uno dei soci fondatori. Per comprendere meglio l’attività di Rêver e dell’etichetta discografica ad essa legata, la Rêver Limited, abbiamo intervistato l’ideatore del progetto, nonché presidente dell’associazione, Raimondo Barbaro.

Rêver: un’idea che da sogno è diventata realtà. Com’è nato questo progetto e come si struttura?

Rêver per me e gli altri soci è un’idea strettamente legata alla musica ed al concetto di evasione dalla società che la musica permette, una sorta di “automedicazione” dove si può utilizzare la musica come cura creata dal fascino vintage del vinile sul giradischi e dalla puntina che espande il suono. Il naming doveva esprimere quindi quel qualcosa che la società spesso ci fa dimenticare e che invece possiamo sempre fare: sognare. Questo progetto è nato per l’esigenza mia e del mio “coinquilino” Damiano Lamonaca (vicepresidente dell’associazione Rêver, ndr) di avere un posto nel quale potevamo esprimerci liberamente e fare musica senza troppi disturbi del mondo esterno. Avevamo trovato un posto perfetto per la nostra causa ma le solite burocrazie italiane non ci permettevano di affittarlo senza partita IVA, nel contempo io avevo bisogno di aprire un’altra etichetta discografica dove esprimere liberamente la musica che avevo in testa in quel periodo, così, nell’arco di una settimana, ci siamo riuniti con il team di lavoro di Attoterzo Comunicazione (noto studio fotografico barlettano, del mio socio Damiano) e abbiamo lavorato alla creazione del concetto fino al naming tramite brainstorming, poi abbiamo deciso che sarebbe stato il “popolo” a scegliere il nome di questo nuovo progetto per cui abbiamo fatto una ricerca di mercato tramite social network ed è risultato che il nome preferito era Rêver. Così è nata l’associazione culturale no profit Rêver. La creazione del progetto della label discografica è stato il passo successivo con l’intento di produrre musica solo in vinile e dopo poco tempo dalla creazione del progetto avevamo già il primo party in collaborazione con un prestigioso club di Berlino, dove è resident uno dei nostri produttori: Giuliano Lomonte, artista della scena underground di origini andriesi.

Chi sono i fondatori di questa associazione ?

Il team dei fondatori è composto da sette persone ma reverdiscussionetesilamonacafondamentalmente tutte vicine a noi, poiché volevamo creare qualcosa che fosse diverso da tutti i progetti esistenti, più intimo e meno strutturato. Uno dei fondatori, Francesco Lamonaca (fratello di Damiano, nonché consigliere dell’associazione, ndr), ha discusso la tesi di laurea su Rêver presso l’Accademia di Belle Arti di Foggia conseguendo un voto di 110 con lode in Nuove Tecnologie dell’Arte.

L’intento di Rêver è quello di sostenere “musicisti, scrittori, pittori, grafici e tutto ciò che appartiene al mondo dell’arte”. In che modo esattamente vi occupate della promozione degli artisti e tramite quali canali date loro spazio?

Dopo un’esperienza di oltre 10 anni maturata nel mondo del clubbing, che ho vissuto da clubber, PR, promoter, sound designer, art director, manager, A&R, booking manager e per finire label manager, ho voluto fondare un progetto senza pensare al business, libero dalle varie mode del mercato musicale, con l’obiettivo di raggiungere un’identità propria e una fan base che s’identifichi nei valori e nel messaggio che il progetto vuole far passare. Per dare spazio agli artisti che promuoviamo, abbiamo avviato collaborazioni con diverse realtà, permettendo ai nostri artisti di suonare ad eventi importanti; rever1collaboriamo inoltre con alcuni club tra i più prestigiosi, primo tra questi il Sound Department di Taranto, dove si sono esibiti e si esibiscono artisti di caratura internazionale.

Ci sono delle caratteristiche particolari che un artista dovrebbe avere per proporre a voi la propria musica?

Preferisco, almeno per il momento, lavorare con artisti italiani, soprattutto nell’ottica del “Se non ci aiutiamo tra di noi, chi ci aiuta?”. Per quanto riguarda l’arte comunque non ho mai avuto nessun tipo di restrizione basata su provenienza, età e genere, sono sempre stato totalmente “open mind”. Il nostro messaggio è: “We believe into Music, Peace & Love!” (lo trovate inciso anche sul nostro disco…), quindi l’importante è che i progetti che ci vengono proposti siano interessanti.

Non solo arte, però, dato che Rêver rivolge direttamente il suo sguardo al mondo del sociale e soprattutto a quello dell’infanzia. Per l’ideazione della grafica relativa al progetto, ad esempio, vi siete avvalsi del supporto di alcuni bambini di un centro ABA, con disturbi dello spettro autistico, e altrettanta attenzione rivolgete alle associazioni che si occupano della tutela dei bambini in Africa. Com’è nata l’idea di fondere l’arte con la tutela della “fascia sociale più indifesa e innocente” (come recita la vostra presentazione)?

Lavorando con il team di Attoterzo, abbiamo deciso di trarre ispirazione dall’Art Brut e dai laboratori reverdavidedell’infanzia di Bruno Munari, ma scegliendo di impostare il progetto in maniera più creativa. L’idea di delegare la creazione del logo ai bambini della scuola dell’infanzia ABA ci è venuta perché secondo noi i bambini sono forse gli unici, nella società di oggi, a riuscire a sognare senza preconcetti o condizionamenti, e perciò avrebbero potuto dar vita ad un disegno spontaneo, semplicemente giocando; e anche questo si ricollega alla filosofia dell’associazione, strettamente legata al tema del sogno e dell’evasione.

I lettori interessati ad avvicinarsi alle vostre iniziative, come possono iscriversi alla vostra associazione e in che modo potrebbero essere eventualmente parte attiva delle vostre iniziative locali e internazionali?

Sarei più che felice di trovare tra i lettori persone interessanti che possano portare avanti altre attività, per cui per qualsiasi proposta di collaborazione chiunque può scrivere alla seguente email: info@rever.biz. Per la musica invece: demos@rever.biz.

Oltre all’associazione di promozione culturale, come hai già detto, il progetto si avvale anche di un’etichetta discografica, la Rêver Limited, che si occupa esclusivamente di vinili, scelta che, nell’epoca del digitale, è destinata ad una certa élite di cultori appassionati e sempre più numerosi. Come sta rispondendo il pubblico alle prime pubblicazioni?

revervinileDa sempre sono un appassionato di musica e avido collezionista di vinili d’ogni genere, perciò la scelta di pubblicare solo vinili è nata dal mio amore incondizionato per questo supporto e dalla mia voglia di lasciare qualcosa di realmente concreto con cui la gente possa ricordarsi di ciò che è stato fatto. Preferisco il vinile perché è un oggetto che ha un rapporto più “sentimentale” con quei “pochi”, rispetto ad un rapporto “freddo” che si ha con la musica in digitale, non potendola né toccare né vedere. Il pubblico sta rispondendo bene visto che i 300 dischi stampati della prima release sono finiti in tempi che assolutamente non mi aspettavo, se pensiamo ad un progetto nuovo e nel quale gli investimenti in promozione e marketing sono stati minimi.

A proposito delle prime pubblicazioni dell’etichetta Rêver Limited, vuoi parlarci un po’ degli artisti attualmente sotto contratto?

Certo, sono tutti artisti di cui siamo molto orgogliosi. Cominciamo da Fabrizio Sala, resident dj del Goa di Roma, che è stato fondamentale per la creazione del progetto discografico. Sono entrato in contatto con lui tramite una mia vecchia esperienza lavorativa come A&R nella label romana Wound Music. Poi c’è il già citato Giuliano Lomonte, originario di Andria e da un paio d’anni ormai resident dj del Club der Visionaere e dell’Anita Berber di Berlino. Sono amico di Giuliano da moltissimi anni ed è stata una vera emozione quando sono stato a Berlino con lui e abbiamo collaborato realizzando un party all’Anita Berber, locale di Sammy Dee e Tom Clark, dj tra i più rinomati del panorama internazionale.

Poi c’è Alex Picone, dj da oltre 10 anni presente nella scena underground, originario di Padova ma oggi reverartistianche lui residente a Berlino, dove ha fondato la distribuzione Small Black Dots: un caro amico, che mi ha permesso di realizzare un disco di qualità molto alta e che non dimenticherò mai. C’è poi Mattia Lapucci, originario di Firenze, tra i più grandi precursori della scena berlinese, che ci ha dato la musica che uscirà nel prossimo disco. Un ragazzo molto umile che farà parlare di sé… Non possiamo non citare poi Nico Lahs, ormai noto artista pugliese presente nella scena underground da anni, che ha realizzato un remix strepitoso che troverete sempre nel prossimo disco. Da anni lavoriamo con il suo studio Acustic Sound a Bari. Originario invece di Torino, ma anche lui vive ormai a Berlino, Topper, presente anche lui da anni nella scena underground, ha realizzato un remix straordinario che troverete in Rêver Limited 002.

Questi i primi nomi scelti, tutti italiani anche se molti di loro sono dj affermati a Berlino, e non a caso, visto che da anni la capitale tedesca è anche la capitale europea della musica elettronica.

Avete dei generi musicali specifici di riferimento o l’etichetta è aperta a tutti? In ogni caso con quale criterio valutate gli artisti da inserire nel vostro roster?

Inizialmente avevo pensato di esprimere con Rêver un concetto musicale più di nicchia, seguendo il percorso che affrontavo quel periodo, circa tre anni fa. Avevo visitato molte città per inseguire la musica ma quella che mi aveva più influenzato era sicuramente Berlino, per cui il percorso di Rêver Limited è partito da un concetto di musica elettronica tipica dei club più intimi (quindi house, minimal o techno). Attualmente però l’idea si è evoluta in qualcos’altro e infatti abbiamo già in programma di rilasciare musica trip-pop, ambient o chill-out in futuro.

Quali sono i link da cui possiamo seguirvi per essere aggiornati sui vostri prossimi eventi e le vostre prossime pubblicazioni?

Il nostro sito ufficiale è www.rever.biz ma siamo anche sui vari social network: Facebook (http://goo.gl/2pKhRv), Instagram (http://goo.gl/YyWJp5), Soundcloud (https://goo.gl/ctoaZY), Twitter (http://goo.gl/iF6KP2), Youtube (http://goo.gl/jycun0).

DORIANA TOZZI

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