Da Foggia a Milano, facciamo un giro (e quattro chiacchiere) sul Lungomare Paranoia di Mecna

mecnalungomareparanoiacoverDal 13 gennaio è disponibile, dopo un lancio a sorpresa, il nuovo album di Mecna, Lungomare Paranoia. Il cantante pugliese si ripresenta al grande pubblico, con il suo terzo lavoro in studio, a distanza di quasi due anni da Laska.

Rivelazione rap italiana nel 2012, Mecna sta diventando qualcosa di più che un talentuoso emergente. Dopo i consensi di critica e pubblico e un tour che, spesse volte, ha registrato il sold out, il rapper si appresta ad entrare nell’albo d’oro del rap italiano.

Noi di iThink l’abbiamo raggiunto al telefono e ci siamo fatti raccontare un po’ di lui e del suo nuovo disco.

Ciao Mecna. Partiamo da una breve presentazione per i nostri lettori: chi è Mecna e quando ha iniziato la sua carriera?

Sono un normalissimo ragazzo di 29 anni. Vengo da Foggia e ho iniziato a fare musica circa dieci anni fa. Prima ho registrato dischi con vari gruppi e/o altri rapper, poi nel 2012 ho pubblicato il mio primo disco solista. Quest’anno è uscito Lungomare Paranoia, il mio terzo disco ufficiale.

Quali riferimenti musicali hanno influenzato il tuo percorso artistico?

In generale sono un grande ascoltatore di black music: non solo hip-hop, ma anche r’n’b. Ho sempre ascoltato, però, tutto quello che mi incuriosiva. Ultimamente, ad esempio, mi piace molto l’elettronica inglese o il new soul americano. Cerco, quindi, di non pormi limiti nell’ascolto e, di conseguenza, faccio lo stesso quando scrivo la mia musica.

In Puglia il rap che va per la maggiore o che perlomeno ha avuto più successo fuori dal mecna1confine è molto diverso dal tuo. Penso ad esempio ai Sud Sound System. È stato difficile affermarsi in una realtà con un sound così diverso?

Di certo venire dalla provincia non aiuta. Quando provi a fare qualcosa a un livello più serio, ci sarà sempre qualcuno che ti dirà che stai sbagliando. Questo è un aspetto che è molto presente nei miei testi perché, ovviamente, mi ha segnato. Non mi sono arreso e ho continuato a fare il tipo di musica che volevo, trasferendomi prima a Roma e poi a Milano, dove vivo da circa otto anni. Internet, inoltre, mi ha aiutato molto a crearmi un seguito: abbatte ogni tipo di barriera.

Parliamo del nuovo disco: se dovessi descriverlo in poche parole, quali useresti?

Credo sia un disco onesto e sincero perché racconta me senza alcuna invenzione o costruzione. Sono io al 100%.

Mi incuriosisce molto il titolo del nuovo album, Lungomare Paranoia… vuoi spiegarcelo?

Sono pugliese, ma ho un problema: amo l’inverno. Nei miei dischi c’è un riferimento, più che casuale, all’inverno o a situazioni di solitudine. Lungomare paranoia mi è venuto in mente, durante un viaggio Milano-Foggia, guardando il lungomare invernale che si stende all’orizzonte, completamente desolato. È un’immagine che ho sempre avuto in testa e l’ho concretizzata, finalmente, con questo titolo.

mecna2E non è mai stato un mistero questo tuo amore per l’inverno anche nei tuoi primi due album, Disco Inverno e Laska. In che modo hai cercato, con questo terzo disco, di sviluppare il tuo sound rispetto ai primi due lp?

Disco Inverno è stato il mio disco d’esordio, quello in cui ho provato a fare qualcosa di buono nella scena hip-hop. Dopo anni, posso dire che la gente lo ama. Inevitabilmente il primo disco è quello che la gente ricorda di più. Con Laska, invece, ho aumentato il mio pubblico. Lungomare Paranoia differisce, rispetto agli altri due, per la ricercatezza dei suoni. Ho cercato di attingere a generi diversi, senza pormi alcun limite. Anche la scrittura è più matura: più si fa musica, più s’impara a conoscersi.

A tal proposito, data la profondità delle liriche e la grande sperimentazione musicale, direi che questo disco è abbastanza di rottura rispetto al panorama italiano e a quello che si sente di solito. È capitato o hai voluto fortemente questo imprinting così diverso?

Di intenzionale c’è veramente poco. Io sono da sempre così, ma accrescendo la propria esperienza, viene quasi naturale fare musica nel miglior modo possibile. Non riuscirei a fare musica diversamente.

Passiamo alle collaborazioni del disco. Ci sono anche nomi eccellenti, ce ne vuoi parlare?

Innanzitutto non ci sono collaborazioni al microfono contrariamente a tutti gli altri dischi hip-hop che vengono pubblicati. Le collaborazioni sono tutte nella produzione. I produttori sono tutti italiani, ad eccezion fatta del brano Vieni via che è stato curato da Nude, un producer francese, scoperto su Spotify e che mi ha subito colpito per il suo sound. I produttori storici sono Iamseife, Lvnar e Alessandro Cianci, che mi seguono anche in tour. Una collaborazione interessante è stata con Godblesscomputers, produttore della scena indie. Un’esperienza totalmente nuova per me.

E in futuro ti piacerebbe collaborare con qualche altro tuo collega in particolare?

A me piace mischiare i generi. Cerco la novità. Tra mecna3qualche mese, magari, scopro questo giovane produttore che non conosce nessuno, ma che fa musica fighissima e con cui, quindi, mi piacerebbe collaborare. Diciamo che non aspiro a chissà quale nome importante. Ricerco la qualità e che, soprattutto, rispecchi ciò che piace a me. Il mio imminente progetto per il futuro è sicuramente il tour, partito il 18 febbraio da Milano con una data subito sold out. Toccherà tutte le principali città italiane durante i mesi di marzo e aprile (qui il calendario aggiornato: http://www.smceurope.it/promo/mecna/lmp05.html).

Allora buon tour e in bocca al lupo per tutto!

Grazie mille.

Testo: ALBACHIARA RE

Foto: MATTIA BUFFOLI

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