Intervista: il viaggio intimo di Joe Barbieri sulla strada dei “Maestri”

JoeBarbieriPHMedagliaRoma2016aA fine Aprile è partito dalla Puglia (con due tappe, una a Trani e l’altra a Fasano) passando poi per numerose altre città d’Italia, il Maestri Tour di Joe Barbieri, e nuovamente nel soleggiato tacco che innalza l’Italia si aprirà il 4 Giugno, per la precisione a Monopoli (BA) presso Villa Carenza, anche la tranche estiva dei concerti dell’artista partenopeo (qui per info: https://www.facebook.com/events/268000030204069/). Barbieri, accompagnato alla chitarra dal musicista, autore e produttore messinese Tony Canto, sta infatti viaggiando con il suo pubblico in versione due chitarre, silenzi e voce sola, attraverso la musica d’autore italiana, e per questo l’abbiamo incontrato (e vi invitiamo a guardare anche il saluto che l’artista ha dedicato a tutti i nostri lettori in un esclusivo video sul nostro instagram) per fare con lui un’ennesima piacevole chiacchierata parlando di queste sue recenti attività.

Il tour Maestri è figlio dell’omonimo disco, progetto particolare composto da una serie di omaggi ad alcuni grandi autori della musica italiana, nato grazie ad un’idea del tuo produttore, socio, agente e soprattutto amico Antonio Meola. Com’è andata esattamente?

Maestri in realtà è un disco che non esiste, nel senso che è composto da registrazioni private di brani di alcuni autori italiani (tra gli altri Tenco, Dalla, Conte, Luttazzi, Lauzi…) fatte nelle case in cui ho abitato nel corso degli anni e messe da parte. Antonio ha avuto l’idea di raccogliere questo materiale e di farne un disco, in un numero di copie limitate, per gli amici più affezionati che dovevano, a suo dire – non so se a torto o a ragione – conoscere questo lato interpretativo un po’ privato.

Sorprendentemente l’entusiasmo con cui questo progetto è stato accolto è stato tale che il desiderio di portarlo in giro dal vivo è stato quasi istantaneo. Ovviamente in un concerto però c’è bisogno di allargare un po’ il repertorio, quindi a buona parte delle canzoni presenti nel disco, sono stati aggiunti altri brani che avevano un sapore in qualche modo affine. Sostanzialmente sono canzoni scelte con un criterio specifico: sono tutti pezzi che avrei voluto scrivere. Potrei definire il live di Maestri come un concerto per chitarra e invidia, ovviamente assolutamente bonaria e meravigliata, nei confronti di chi queste canzoni le ha sapute scrivere.

In questo tour hai un compagno, che è Tony Canto. Come è nata questa featuring?

Be’ anche questa è stata una scelta frutto dell’istinto. Con TonyJoeBarbieriPHMedagliaRoma2016b abbiamo spesso, come si suol dire, incrociato le chitarre, lui ha infatti registrato qualcosa praticamente in ognuno dei miei dischi. Il mio senso musicale è molto vicino al suo e viceversa, quindi, quando si è trattato di pensare a questo concerto, poiché volevo che  rimanesse in un certo senso un concerto pulito e diretto, senza troppi suoni e strumenti, ed inoltre volevo che tutto rimanesse il più possibile come nel momento in cui quelle canzoni sono nate, lasciando intatta appunto la loro genesi, ho pensato che la persona adatta a queste esigenze, poiché intelligente ma anche profondamente calda e in grado di metterci il cuore, potesse essere proprio Tony.

Maestri è dunque un percorso, un viaggio nella musica d’autore italiana, ma quali sono stati i “maestri” più importanti nel tuo percorso di vita musicale e non?

Qui potrei fare come Sorrentino ringraziando e citando Maradona (ride, ndr). In realtà per quanto riguarda il mio percorso musicale non posso ovviamente non citare Pino Daniele, mio scopritore, che è anche colui che mi ha spinto ad iniziare a fare questo mestiere; poi c’è Caetano Veloso, che ad un certo punto mi ha suggerito un’altra chiave di lettura ed è quindi un altro artista “angolare”.

Nel mio percorso personale non strettamente artistico ci sono ancora numerosi maestri i cui nomi probabilmente non direbbero nulla ai lettori, tra questi però voglio citare, visto che ne abbiamo già parlato anche prima, lo stesso Antonio Meola, mio sodale di lunga data (ci conosciamo ormai da più di vent’anni): è una delle persone che sicuramente negli anni mi hanno arricchito di più, tanto da veder riverberato nella mia musica il rapporto personale che abbiamo.

JoeBarbieriPHMedagliaRoma2016cE tra l’altro di “maestri” ne hai incontrati tanti anche a livello internazionale, infatti, hai avuto ad esempio delle esperienze all’estero collaborando tra gli altri con artisti come Stacey Kent, Jorge Drexler, Jesper Bodilsen… Dal momento che non è semplice poter arrivare con la propria musica fuori dai confini della propria nazione, solitamente all’estero si tende ad inquadrare la musica italiana nell’ambito di una ristrettissima parte di artisti noti, e questo in un certo senso dà all’ascoltatore straniero una visione distorta o quantomeno riduttiva di quello che può offrire il panorama italiano con le sue mille sfaccettature. Credi, in base alla tua esperienza, che in qualche modo ci sia la possibilità di esportare ancora di più la nostra musica e quindi la cultura italiana senza per forza essere imprigionati nei luoghi comuni che spesso, a torto, identificano un intero paese?

Be’ in realtà il problema dei luoghi comuni non riguarda solo l’Italia vista dall’estero, ma anche l’estero visto dall’Italia, succede infatti anche a noi italiani di rifugiarci in essi quando in qualche modo tentiamo di identificare la cultura di altri paesi con le cose più “colorite”, è una tendenza naturale purtroppo. Poi ovviamente dipende dalle persone e dalle situazioni. La mia esperienza all’estero per esempio è stata positiva. Se in qualche modo alcuni artisti si sono resi disponibili a fare un pezzettino di strada insieme a me è perché probabilmente la mia proposta li ha toccati positivamente. Ci sono certe collaborazioni che si fanno per numeri, nel senso che magari c’è l’artista molto conosciuto che porta la sua fetta di pubblico numeroso e quindi magari si crea un duetto artificioso per sfruttare quel tipo di popolarità; nel mio caso non è stato così: avevo in mano una canzone e nient’altro ed ho sentito comunque la positività e l’attenzione del pubblico nei miei confronti, quindi credo che tutto dipenda poi, appunto, da chi si ha davanti.

C’è per fortuna, in Italia come all’estero, chi ha gusti musicali di un certo tipo perché ha la curiosità di andarsi a scoprire determinate realtà artistiche, di andarsele proprio a cercare e di seguirle, anche se è vero poi purtroppo che per la maggioranza delle persone all’estero noi italiani siamo pizza, spaghetti e mandolino.

Oltre alla veste di cantautore e di autore di pezzi per altri artisti, da un paio d’anni indossi quella di docente JoeBarbieriPHMedagliaRoma2016dper Officine Pasolini, una realtà didattico-artistica molto interessante che ha sede a Roma. Come è nata questa collaborazione e come ti trovi in questo nuovo ruolo?

La collaborazione è nata attraverso Tosca, una straordinaria artista che ha il ruolo di direttrice del segmento musica di queste Officine Pasolini, che sono una vera e propria officina dei mestieri artistici suddivisa in tre filoni: uno musicale, uno multimediale e uno teatrale. La trovo una realtà meravigliosa anche perché è totalmente gratuita.

Io mi sento un po’ un infiltrato perché, a parte me, ci sono tutti grandi nomi, grandi personaggi che hanno creduto in questa scommessa. È un centro forse simile a come era un tempo il Cenacolo a Roma, in cui i ragazzi si riunivano e avevano la possibilità di creare cose musicali insieme. Io mi occupo di un corso che si chiama Scrittura Della Canzone, ma non credo di nascere didatta ed infatti la prima cosa che, da quando ho iniziato a occuparmi del corso, dico agli studenti è che in realtà non ho nulla da insegnare perché ciascuno ha il diritto di avere il proprio modo di scrivere.

Onestamente credo che il mio modo di vedere le cose in musica, ma in generale anche fuori dall’ambito musicale, valga esattamente quanto quello di ciascuno dei ragazzi che mi trovo davanti, tuttavia qualcosa in venticinque anni di mestiere l’ho vista e imparata ed è questa mia prospettiva, questa mia visione delle cose che cerco di trasferire perché può essere d’aiuto per qualcuno di loro.

È questo lo spirito con cui mi vivo questa nuova esperienza e spero che in futuro si possano raccogliere bei frutti.

Bene, noi ti ringraziamo per il tempo dedicatoci e ti salutiamo augurandoti buon proseguimento di tour!

Grazie a voi. A presto!

Testo: CINZIA DASCOLI

Foto: MARCO MEDAGLIA

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