Due romanzi di formazione, scritti da donne ma non (solo) per le donne

UnSegretoCheNonGuardoDottaCOPERTINAVe lo ricordate il libraio che dichiarava di non leggere “scrittrici donne”? Ecco, anche se i tempi dell’internet vanno velocissimi, noi ce lo ricordiamo eccome. E ci pensiamo (d’altra parte se non pensassimo non ci chiameremmo “I Think”!). Cioè, non pensiamo tanto a lui, quanto alle questioni sollevate da quelle parole. Ci chiediamo: perché uno non dovrebbe leggere donne? Le donne scrivono peggio degli uomini? Le donne scrivono solo per le donne? Le donne scrivono solo di roba da donne? A queste domande ci sentiamo fermamente di rispondere No. Ci sentiamo di rispondere Sì, invece, ad un’altra domanda: sono forti questi pregiudizi intorno alla scrittura “femminile”? E a questa: il mondo editoriale italiano asseconda tali pregiudizi? Un po’ lo fa, diciamolo, non sempre, forse non scientemente, fatto sta che la “scrittura femminile” in Italia è quasi sempre considerata chick-lit e Mazzantini, mentre di chi non scrive “da femmina” ci si chiede se è un maschio in incognito (Ferrante).

E allora ci siamo chiesti anche: partendo dal presupposto che consideriamo sbagliato dividere la letteratura in “maschile” e “femminile”, quali libri consiglieremmo al signor libraio se ci chiedesse di provare a fargli cambiare idea? E quindi la risposta spontanea è racchiusa in questi due titoli. Tutti e due abbastanza recenti, tutti e due pubblicati da case editrici giovani e attente alla qualità, tutti e due scritti da donne, ovviamente, ma non (solo) per le donne.

Il primo è Un segreto che non guardo ma che sta al centro del cortile di Chiara Dotta (LiberAria, 2014), ed è, fra i due, quello più “femminile”: una protagonista donna, la sua crescita, gli amori, le violenze… un personaggio vivido, anzi di più: vivo, e credici signor libraio se ti diciamo che mentre leggerai non te ne fregherà davvero niente del sesso di Daria, le uniche cose di cui ti importerà saranno la sua personalità, l’intensità e la verità della storia raccontata, la consapevolezza della scrittura, misurata e cruda, la struttura “a racconti” (libraio, hai letto Jennifer Egan e Elizabeth Strout o sono IlPostoGiustoGarbariniCOPERTINAtroppo femmine per te?), la voce di Chiara Dotta, bella a prescindere dal genere che (non) rappresenta.

Il secondo libro che andiamo a suggerirti, signor libraio, forse ti piacerà ancora di più, dato che è ambientato in un mondo che tu crederai forse essere poco consono alle corde letterarie femminili: trattasi di Il posto giusto di Simona Garbarini (CasaSirio, 2015), un romanzo snello nella durata, denso nel contenuto, secco nello stile, ambientato nel mondo del calcio, ebbene sì. E non dal punto di vista di una donnina che, novella Rita Pavone, subisce la passione del marito, ebbene no.

I protagonisti sono un giovane calciatore dal passato difficile e il medico sportivo che lo prende in affido diventandone la (spesso inadeguata) figura paterna, e il rapporto fra i due, che è il fulcro del romanzo, viene raccontato in modo molto asciutto e “virile”, coi sentimenti in primo piano ma vissuti sempre con il tipico pudore di chi non è stato educato a mostrarli e nemmeno a provarli.

Forse un po’ come chi non è stato educato a leggere libri a prescindere dal sesso di chi li scrive, e guarda i libri “di donne” come oggetti misteriosi. Come un ragazzo solo “adottato” da un uomo solo, che non sa bene come approcciare le ragazze. Ma comunque, in qualche modo, provando, sbagliando, si impara.

Qui la scheda del libro di Chiara Dotta: http://www.liberaria.it/collane/un-segreto-che-non-guardo-ma-che-sta-al-centro-del-cortile-chiara-dotta

Qui la sheda del libro di Simona Garbarini: http://www.casasirio.com/album/il-posto-giusto/

LETIZIA BOGNANNI

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